Disavventure e racconti dalla Daunia mentre Bologna si fa più vicina

Prosegue il racconto di Gimmie e della sua Vespa 50 partiti da Galatina verso il capoluogo emiliano

Mi appresto a lasciare Lucera e, quindi, la Daunia e a varcare il confine regionale. Il meteo non è d'accordo e dopo che tre energumeni mi cacciano silenziosamente dal casolare in cui avevo cercato riparo dalla minaccia di pioggia, raggiungo un paesino in cima ad una collina, San Paolo in civitate. Neanche il tempo di riflettere se proseguire sul pendente lastricato bagnato o cercare un'altra strada che l'acqua che cade dal cielo mi intima di fermarmi.
Allora mi è toccato rivolgere a sud il muso della vespa, verso un distributore di benzina che avevo visto. Quando arrivo non c'è ancora nessuno ma pochi minuti più tardi la signora che gestisce il bar tira su la serranda, ascolta la nostra storia, mi dice che posso stare lì tutto il tempo che voglio e mi offre qualcosa da mangiare.
Trasformo il tavolino nel mio ufficio ma i miei dispositivi elettronici non mi aiutano. Verso nord, all'orizzonte, il cielo è nero e sopra di me piove a intermittenza. Passo più di quattro ore in quel bar incuriosendo tutti gli avventori. Quando decido di ripartire si riunisce il consiglio dei saggi: quattro anziani, uno di mezza età ed un ragazzo che mi hanno ascoltato raccontare, discutono su quale sia la strada migliore da prendere per raggiungere Campomarino. Seguo i loro consigli e attraverso San Paolo in civitate per tuffarmi sulla provinciale che poi si inerpica fino a Serracapriola, ultimo baluardo della Puglia dauna, che domina dall'alto dei suoi 270 m slm tutta la Daunia.
Allora di nuovo giù per la provinciale con obiettivo Campomarino e la speranza che non piova chè devo percorrere 23 km disabitati. Il confine della Puglia col Molise lo incontro dopo 10 km. Il cielo è ancora minaccioso. Raggiungo Campomarino passando per Nuova Cliternia e per fortuna che qui il Lidl adesso chiude alle 22 così posso prendere da mangiare e da bere senza spendere una fortuna.
Da galatinese sono vicino a questo paese e alla sua comunità Arbëreshë poiché siamo tutti uniti da Skanderberg e dalla sua famiglia che hanno fatto la nostra storia.
Davvero gli albanesi non sono venuti in Italia solo nel '91 da profughi come pensiamo. Come si chiama il castello di Galatina?
Da Campomarino a Termoli è un soffio, ma a questo punto è il caso di cercare un posto per la notte, il cielo minaccia ancora pioggia e un bar in disuso nel parco comunale mi offre il riparo di cui ho bisogno. Il meteo rimanda il bel tempo a domani pomeriggio, cioè oggi, al 15 insomma.

"La pioggia mi rallenta ma non mi ferma"

Mercoledì, 16 Luglio, 2014 - 00:06