"Difficile arrivare al 'Guendalina' con l'ambulanza"

«Per quanto considerata rara, la cardiomiopatia ipertrofica è una delle più diffuse cardiomiopatie di origine genetica e le stime più recenti parlano di una prevalenza di 1 su 500». Ad affermarlo è Silvia Priori, direttore scientifico della Fondazione Maugeri e docente del dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Pavia, dove è responsabile della cardiologia riabilitativa.
La letteratura medica ritiene che i rischi derivanti dalla patologia, spesso asintomatica, sono diffusi soprattutto fra gli adulti. Salute Salento www.salutesalento.it ha considerato la popolazione della provincia di Lecce di età compresa fra i 30 e gli 80 anni, che nel 2015 viene stimata in circa 515mila unità. Quindi i residenti, maschi e femmine, soggetti a questa patologia, sarebbero più meno 1.030.
In un articolo sulla Stampa a firma di Nicla Panciera, la dottoressa Priori spiega che «la cardiomiopatia ipertrofica è anche detta “cuore ingrossato” perché causa un ispessimento delle camere cardiache e in particolare del setto interventricolare, quella parete che separa il ventricolo destro dal ventricolo sinistro. Le fibre muscolari sono meno capaci di contrarsi: le anomalie elettriche – spiega - sono dovute al difetto genetico di una particolare proteina». 
L’eventuale ispessimento può essere rilevato con un’ecocardiogramma. Tuttavia, «anche prima che l’ipertrofia sia visibile – avverte la cardiologa del Maugeri - il primo segnale della malattia può essere un arresto cardiaco, che è anche la principale causa di morte di questi pazienti».
E ammonisce, «Non sapere di avere questa patologia cardiaca può portare ad esporsi a situazioni di rischio per il cuore, come gli eccessivi sforzi fisici e l’assunzione di sostanze come alcuni farmaci o alcolici».
Sono dovute a questa malattia genetica alcune delle inaspettate morti improvvise di giovani e giovanissimi atleti nel corso di una competizione o di una partita. 
Un'altra domanda da farsi riguarda l'accessibilità degli interventi del 118. I soccorritori riferiscono che è stato difficile riuscire ad arrivare al Guendalina. Perchè? Vuol dire che la discoteca è posizionata in un luogo difficilmente raggiungibile a causa delle indicazioni carenti. O non piuttosto a causa delle centinaia di veicoli e automezzi parcheggiati in modo caotico e fortemente intralciante? Non è il caso che le autorità preposte si adoperino per pretendere il rispetto dell'agibilità ai mezzi di soccorso, nei casi di incendi o di ambulanze?

Martedì, 11 Agosto, 2015 - 19:05