Di occasioni non colte. E di una brutta campagna elettorale
Avete perso l’occasione di tacere. Sì, perché in determinati casi stare zitti è il modo migliore di fare bella figura, di non oltrepassare il limite. E ora non dite che il limite è fatto per essere superato. Questo è un pensiero da motivatore di bassa lega. Il limite mette i margini all’anarchia. Il limite detta le regole e le regole sono il cuore di una società democratica.
Ma avete perso anche l’occasione di parlare. Ci sono momenti in cui proprio non si può ammutolire. Bisogna dire la propria, raccontare, spiegare, chiedere, combattere per un’idea e o per un principio. L’omertà è il silenzio dei codardi.
Avete perso l’occasione di dimostrarvi umili. Forse non lo siete, quindi non potete far vedere ciò che non vi appartiene. Ma la boria di affermazioni che vi mettono addosso una toga “honoris causa” (?), non pensate che possano offendere chi ha fatto di studio e impegno un percorso puntuale e attento per una crescita non solo propria, ma anche del contesto pubblico? Chi professionalmente ha raggiunto livelli molto alti può allo stesso modo avere un bagaglio di opere, incontri e rapporti qualitativamente eccellenti, tanto da formare dignitosamente la sua personalità. Al contrario chi dalla strada ha preso pezzi di vita e non ha portato avanti gli studi fino in fondo, ha certamente una ricchezza per il proprio essere; ha fatto però, ed è un fatto oggettivo, un cammino professionale diverso. La crescita come persona non dovrebbe aver bisogno, a mio parere, di alcun riconoscimento. Ricercarlo annulla il buono che ha di fondo.
Avete perso l’occasione di tentare. Quando la paura del cambiamento frena qualsiasi intenzione di miglioramento, l’immobilismo piega ogni pulsione di volontà.
Avete perso l’occasione di avere pazienza, di vedere il risvolto di una proposta prima di attaccarvi ai vostri interessi personali e andare avanti come un ariete spinto con forza contro un muro. Spinto, come quando ci si mescola nella massa e si avanza senza nemmeno capire perché o verso cosa. Aperture, chiusure, orari, tutto sembra essere stato messo sul bilancino per la “luna storta” di alcuni, senza tenere conto delle argomentazioni degli altri, dei motivi addotti per far notare che poco traffico non è sinonimo di poche entrate, anzi.
Avete perso l’occasione di fare la differenza, sommando a una campagna elettorale già per certi versi brutta e vuota l’ennesimo “so tutto io” basato sui troppi “quello/a è peggio di me”.
Le occasioni si perdono, ma può capitarne di averne altre. A questa fortuna succede di voltare le spalle senza neanche rendercene conto, mentre intorno le cose si muovono nelle direzioni più incomprensibili. E non aspettano.
Quale altra occasione perderete?
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