Cultura, è ancora notte fonda

Difficile fare il giusto bilancio della manifestazione di ieri

GALATINA - Chi scrive è reduce da mezzo pancake alla nutella con cioccolato bianco, ma l'eccesso di zuccheri dovuto a questo spuntino fuori orario non ha tolto dalla sua mente l'immagine di uno strano personaggio in giacca e bermuda a colloquio con Rebecca Arnold. La fotografa di origine tedesca, ma residente a New York, esponeva ieri sera alcune sue opere presso la Art&Ars Gallery di Galatina. Un nome internazionale che viaggia in tutto il mondo, collaborando con progetti umanitari importanti. Chissà cosa avrà pensato quando il personaggio di cui sopra le si è avvicinato, tentando con scarsi risultati di dialogare con lei in inglese per poi tornare a italiano e dialetto e descrivere se stesso e i propri interessi? Il dubbio rimarrà impresso nella digitale usata per immortalare il momento.
Sarò una sognatrice, ma ancora credo che l'arte abbia bisogno di un minimo di garbo in più. Nasconde sensazioni spesso delicate, ma che con facilità facciamo cozzare con il nostro modo un pò gretto di approcciarci a tutto ciò che prova a toccare corde più intime. E quel parlare rimbalzava fastidioso sulle pareti da cui gli scatti raccontavano invece tutt'altra storia.Così "La Notte della Cultura", sulla carta una splendida idea, è rimasta imprigionata nel comune sentire di una serata in cui semplicemente il centro si è animato. Nient'altro. Certo, qualcuno si sarà soffermato con un minimo di attenzione a farsi prendere dalla musica che ravvivava un angolo o ad ascoltare i versi di una poesia o a farsi catturare da un'installazione. Ma la maggior parte della gente che ha passeggiato per Galatina ha solo osservato distrattamente un susseguirsi di "cose" tra le quali il filo conduttore spesso si spezzava, dando l'impressione di un'accozzaglia di piccoli eventi con scopi poco definiti.
Non basta che qualcuno legga ad alta voce stralci di un libro o armarsi di tamburo e timpani attaccati a mani e piedi per fare cultura. Fare cultura, lo dice il nome stesso, significa "coltivare". E prima di tutto si dovrebbero coltivare le modalità per entrare in questo ambito così ricco. In punta di piedi, facendo innamorare, creando un percorso che abbia un senso logico e non venga visto come un banale sottofondo alle solite bevute del sabato sera.
Musica, arte e letteratura. Galatina ha ancora bisogno di dare una risposta soddisfacente a questo richiamo. Sperando che la domanda diventi ogni anno più chiara.

Domenica, 8 Settembre, 2013 - 23:59