Coronavirus, tra opinione e verità
Nella rete dei “secondo me” e del turpiloquio i fatti fanno fatica a sbrogliare i nodi e al Coronavirus viene consegnato un palco dalla risonanza ampissima come quello dei media e dei social. Peccato che a rimbalzare sia raramente il buonsenso.
Tra chi impugna la situazione (chissà se prima si è lavato le mani?) per qualche dichiarazione politica da provare a rigirare a proprio vantaggio, approfittando della fragilità di chi è confuso e impaurito, e chi entra in qualche luogo pubblico incredibilmente deserto, annunciando la fine del mondo alla Nostradamus maniera e invocando chissà quale castigo divino, c’è la verità, ferma in un angolo, desiderosa di essere vista, ascoltata e adoperata in modo razionale.
Il signor Luigi è risultato positivo al tampone del covid 19 ed è ricoverato in isolamento, in una camera a pressione negativa, nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Galatina. Questo è il fatto, questa la verità. L’opinione che ognuno di noi ha il diritto di farsi sul comportamento che l’uomo ha potuto avere prima di scoprire il contagio, lascia il tempo che trova, scava a ritroso e scatena fobie che non portano a risolvere una problematica che è dell’oggi e, ahimè, non avrà conclusioni a breve termine.
Molti di noi avrebbero avuto un atteggiamento diverso, più ponderato, o forse, nel momento di un malessere improvviso, si sarebbero precipitati al Pronto Soccorso esattamente come ha fatto lui. L’emergenza fa agire spesso d’impulso.
Ora però c’è da fronteggiare il fatto e affidarsi agli esperti diventa fondamentale. I tanti “io farei”, “al suo posto io”, “dobbiamo fare così” si fermano a mezz’aria se non hanno il supporto di medici e istituzioni che agiscono con protocolli che hanno una loro giustificazione. Affidarsi, in un periodo in cui paradossalmente ci costringono a rapporti umani apparentemente più freddi, è il passo che siamo davvero chiamati a fare.
Ora c’è da occuparsi di chi realmente da tutto questo sente cadersi addosso lo sconforto e sono le persone che vivono già combattendo per una salute precaria, donne e uomini costretti alla chemio o ad altre terapie che ne debilitano ulteriormente il fisico e l’anima. A loro è necessario prestare la massima attenzione, garantendo assistenza e sostegno.
Sono giorni difficili che ci obbligano a guardare in faccia la responsabilità di cui tutti ci dobbiamo fare carico. Non si può drasticamente fermare la vita sociale ed economica di una città né tanto meno di un intero Paese. Occorre vivere con oculatezza, confrontandosi con chi ha l’autorevolezza di dare risposte, senza diffondere notizie false che sanno solo destabilizzare. Le presunte cene del signor Luigi in questo o quel locale, già smentite, o le fantomatiche feste a cui avrebbe partecipato nei giorni scorsi non fanno altro che alimentare il terrore. E in tanti invocano la prova del tampone per scongiurare l’infezione. Non possiamo essere tutti sottoposti al test, anche per questo ci sono direttive precise.
Nella distanza fisica che stiamo mettendo tra noi e gli altri cerchiamo una vicinanza di intenti e un’unione di comunità che è in questo momento l’antidoto più forte alla criticità che stiamo affrontando.
Nella foto:
Tendone montato ieri presso l'ospedale di Galatina per gestire i casi sospetti senza ostacolare le attività di Pronto Soccorso.
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