Coronavirus, che cosa fare dopo l'emergenza

L’emergenza da Coronavirus che ha colpito terribilmente il nostro Paese mi porta a fare alcune riflessioni. La prima è senza dubbio quella di riconoscere i meriti di tutti gli operatori sanitari, la cui professionalità è unanimemente riconosciuta, anche oltre i confini dell’Italia. Il ringraziamento doveroso va a medici, infermieri e a tutto il personale impegnato sul campo, compresa la protezione civile e le diverse associazioni. Tutti collaborano con grande spirito di sacrificio, si impegnano senza un attimo di tregua, mettendo a repentaglio la propria vita per assicurare il soccorso a noi cittadini colpiti dall’ infame covid-19 che tanta angoscia e tanti lutti sta portando nella nostra Italia.
E’ di ieri la notizia della scomparsa del dottor Giuseppe Finzi, Direttore del Day Hospital dell’Ospedale di Parma colpito dal CV19 mentre faceva sino alla fine il proprio dovere di medico. Gli operatori sanitari sono i veri eroi della guerra che stanno combattendo.
Bisogna dire “stanno” e non “stiamo” perché purtroppo tanti italiani non hanno capito che la battaglia si vince stando a casa; abbiamo avuto un chiaro esempio dalla Cina ma non siamo stati capaci di imitarlo ma al contrario abbiamo ricevuto critiche dai Cinesi stessi che, venuti in Italia, la prima cosa che hanno rilevata è stata la troppa gente che c’è in giro.
Ma l’emergenza passerà, così come è passata in Cina; sicuramente il consuntivo delle vittime da Covid-19 sarà molto più pesante per noi italiani rispetto alla Cina. Né ci può consolare la circostanza che altri paesi della Zona Euro, come la Spagna possano al termine avere più vittime di quelle da noi registrate.
Dopo l’emergenza occorre prendere le contromisure perché il Paese ha estrema necessità di ripartire, da qui la seconda riflessione. Il rilancio dell’economia rappresenta al tempo stesso necessità e opportunità.
La necessità è rappresentata dalla grave crisi economica con cui facevamo i conti prima dell’epidemia che risulterà ancor più grave dopo che la tempesta transiterà, anche se non del tutto. L’opportunità è costituita dalle risorse economiche che, paradossalmente, saranno consistenti e certamente in misura insperata rispetto a quelle che avremmo avuto senza il Coronavirus. L’Europa, infatti, dopo l’infelice sortita del Presidente della BCE Christine Lagarde - che ha avuto l’ardire di sostenere che l’Europa non è tenuta a fermare lo spread dei diversi stati membri-e, soprattutto, dinanzi al dilagare dell’epidemia che ha investito in misura rilevante anche gli altri Paesi importanti della Zona Euro, come la Spagna la Francia e la Germania, è corsa ai ripari. Ha, infatti, liberato risorse finanziarie considerevoli a beneficio soprattutto, dei Paesi europei che non hanno i conti in ordine come l’Italia. Ecco le misure in questione: 1) lo svincolo dal Patto di Stabilità, se pure per determinate spese di investimento; 2) lo stanziamento di ingenti somme - 500/750 mld di euro - per far fronte all’emergenza economica scaturita dall’ epidemia; 3) la possibilità di poter utilizzare i Fondi Strutturali interamente senza la spada di Damocle di doverli restituire per inadempienze dello Stato e delle Regioni prima fra tutte la nostra Puglia; 4) da ultimo, la concreta possibilità dell’emissione degli Eurobond, richiesta più volte soprattutto dai paesi a sud dell’ Unione.
Queste appena dette sono misure tanto eccezionali quanto significative per una pronta ripresa economica. Venendo alle cose da fare immediatamente dopo l’emergenza credo sia necessario sbloccare anzitutto le tante opere pubbliche che sono ferme perché imbrigliate nella burocrazia dilagante, alimentata, bisogna dirlo, dal nostro legislatore.
Il codice degli appalti deve essere sospeso e contestualmente il legislatore si deve far carico di una disciplina quanto mai snella per l’affidamento delle tante opere pubbliche attraverso la nomina di Commissari straordinari.
La seconda cosa da fare, non meno urgente della prima, è la celebrazione delle Elezioni Politiche; la tempesta epidemiologica ha sconvolto così tanto gli equilibri da sollecitare una nuova investitura di chi è chiamato a compiere scelte decisive per il futuro del nostro martoriato Paese. Le elezioni politiche devono tenersi insieme o subito dopo le elezioni regionali per i mandati scaduti.
Un’ultima considerazione: personalmente non sono certo che Il Parlamento, in questo periodo difficile che viviamo e non sappiamo per quanto tempo ancora, abbia fatto tutto il possibile per rendere un servizio utile al Paese. Lo strumento dello smart working tanto utilizzato in altri settori-Scuola, Ministeri, Regioni, Province, Comuni Assicurazioni, Banche e così continuando- è stato utilizzato pochissimo dal Parlamento. Una ragione in più perché il Presidente della Repubblica sciolga, passata la tempesta, quanto prima le Camere Parlamentari.

Domenica, 22 Marzo, 2020 - 00:06