Confido nelle belle anime come la tua, Benedetta
Mia dolcissima Benedetta,
non ho un figlio a cui tentare di insegnare cosa significhi rispettare davvero gli altri né una figlia a cui dire con fermezza che rispettando se stessa compie già un passo fondamentale per la sua crescita e la sua indipendenza Ma ho te, un dono stupendo che mi ha rivestita di un ruolo, quello di zia, che io sento darmi una grande responsabilità, oltre a un’incredibile gioia.
Compirai 6 anni la prossima primavera, ma l’innocenza della tua età non mette limite alla tua intelligenza e alla tua sensibilità. Ti farai quindi tante domande oggi quando ti parleranno della Giornata contro la Violenza sulle donne. Forse ti chiederai perché sia necessario questo appuntamento, quale sia il significato delle scarpe rosse che per strada o nelle vetrine qualcuno avrà messo in vista. Ancora peggio ti chiederai: perché c’è chi compie violenza sulle donne? Ed è peggio perché è una domanda senza una risposta esaustiva o che almeno possa accontentare lo spirito indagatore di una bambina come te che vuole semplicità e chiarezza.
Stai attenta a chi ti dirà “è per il troppo amore” perché ti confonderà le idee con una bugia enorme. L’amore dà, è vero, ma dà anima, speranze, sorrisi, desideri, musica, poesie. Dà libertà. Se dà un calcio o uno schiaffo, non è amore. È violenza. Se ti perseguita, si nasconde e ti pedina, se ti tartassa di telefonate e si fa trovare dietro ogni angolo dei luoghi che frequenti, non è amore. È violenza, una violenza subdola e dolorosa che consuma psicologicamente e aumenta paure e fragilità di chi ne è vittima.
Se non accetta un “no” e il rifiuto carica come una molla un narcisismo che non si arrende finché non ha ottenuto ciò che vuole, non è amore. È violenza, è possesso, è ossessione.
Benedetta mia, non potrò stare accanto a te tutte le volte in cui qualcuno proverà a superare il limite e ti spaventerà, ma sono sicura che saprai chiedere aiuto e che cercherai in chi ti vuole davvero bene un alleato fedele e affettuoso nella lotta a questa viltà. Sì, chiunque si rifugi nella violenza è misero e vile. Chiunque prenda di mira la debolezza altrui per alimentare il proprio io, è un nulla, ma potenzialmente pericoloso e va fermato.
Educare al rispetto è diventata la lezione più difficile di questo tempo malato che stiamo vivendo. Ed è un discorso più ampio, che coinvolge uomini e donne indifferentemente.
Confido nelle belle anime come la tua, Benedetta. Confido nella tua tenacia, nel tuo non accontentarti, nel futuro che sogni e che non ha sangue da coprire con un lenzuolo bianco, ma arcobaleni da ammirare e da condividere.
Confido nelle carezze e negli abbracci. Qualcuno ha detto che salveranno il mondo. E io mi auguro che non sia un mondo troppo lontano, nel tempo e nello spazio, da quello che vivrai tu.
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