Cinquecentomila euro per salvare le pajare salentine
Dopo una seduta durata oltre 12 ore, lunedì il Consiglio regionale ha approvato l’assestamento di Bilancio 2018. Tra gli emendamenti approvati c’è quello, da me voluto e proposto, che stabilisce un contributo di 500mila euro per la manutenzione, il restauro conservativo e il recupero delle pajare salentine. E’ un intervento piccolo ma grande. Piccolo, perché stanzia 500mila euro. Non sono tanti, ma siamo appena all’inizio. Grande, perché tale è la missione di un intervento che mira a tutelare e valorizzare il paesaggio pugliese e, nello specifico, uno dei riferimenti più antichi della cultura contadina del Salento: la pajara. Un simbolo che insieme agli ulivi e ai muretti a secco rientra nell’immaginario collettivo di un territorio che tra un nuovo ristorante e l’ennesimo b&b ha oggi necessità di riconoscere e di riconnettersi con la sua identità più profonda, anche attraverso i suoi simboli più rappresentativi. Simboli non scontati e che dobbiamo curare, non fosse altro che perderli sarebbe disastroso, come ci ricorda ogni giorno la Xylella in relazione ai nostri ulivi. Per ciò che mi riguarda, quello stanziato ieri è solo il primo di una serie di interventi mirati al mantenimento e alla valorizzazione di quei tesori – benché fatti di pietra – che appartengono alla nostra cultura popolare e che contribuiscono a renderci comunità. Tesori dal valore inestimabile, non perché siano di per sé preziosi ma perché definiscono le regole di una grammatica particolare, quella attraverso cui parlare al mondo e con cui tonare a scrivere il nostro futuro.
In ultimo, ci tengo a sottolineare che questa è stata una delle pochissime norme di assestamento al Bilancio - se non l’unica - approvate ieri all’unanimità dal Consiglio. Cosa non banale di questi tempi e che reputo un segnale di grande serietà e sensibilità da parte dell’Assemblea regionale.
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