C’era una volta un villaggio. E domani ci sarà ancora
La curiosità ha ceduto il gradino più alto del podio dei motivi che spingono a partecipare a un appuntamento. Questa volta il primo posto va alla nostalgia, seguita da una grande voglia di riscatto che in tanti ritengono che il Villaggio Azzurro meriti.
E tanti sono stati coloro che ieri pomeriggio si sono ritrovati alle vecchie “casermette” (costruite nel 1945 per dare alloggio momentaneo ai soldati reduci dall’Africa Orientale, divenute Villaggio Azzurro nel 1955) per rievocare il passato e parlare di futuro. Insieme al sindaco Marcello Amante e all’assessore ai lavori pubblici Loredana Tundo, che hanno aperto la passeggiata narrativa alla scoperta di questa importante zona di Galatina, era presente anche Ezio Del Gottardo, pedagogista e ricercatore, coordinatore del progetto di rigenerazione urbana del Villaggio Azzurro, e numerosi rappresentanti dell’Amministrazione, oltre a Maurizio Manna, presidente di Legambiente Gallipoli, entusiasta del posto e delle sue potenzialità. L’obiettivo di partecipare al bando regionale, che potrebbe permettere un finanziamento per dare nuova vita a quest’area (scade il 29 settembre), si è unito a quello di raccogliere idee concrete partendo dalla voce di chi al Villaggio Azzurro lega le emozioni di ieri e una spensieratezza che spesso si fa fatica a trovare negli occhi dei ragazzi di oggi.
“Vedere lo stato di abbandono di un quartiere che un tempo era luogo di ritrovo dall’anima gioiosa e che troppi galatinesi non conoscono - dice un anziano intervenuto all’incontro - deve essere uno sprone a riaccendere questi ambienti dando nuova linfa, ma nel rispetto di ciò che è stato”.
Le porte murate degli appartamenti custodiscono l’eco delle voci di chi li abitava, della musica che univa le persone nei cortili davanti casa, dei ragazzi che giocavano a pallavolo, mentre i più piccoli facevano merenda con un panino e la cotognata.
Su aerei di carta hanno viaggiato ieri le idee di chi prospetta per il Villaggio Azzurro un centro polisportivo o un luogo di aggregazione sociale.
Si spera che l’attesa di dare solidità a questi desideri sia ormai finita.
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