"Attribuibili a Cerano fino a 44 morti all’anno"

"Il Cnr, l’ente pubblico di ricerca, dà la responsabilità all’inquinamento provocato dalla centrale elettrica"

“La ricerca effettuata dai ricercatori Mangia, Cervino e Gianicolo per il Cnr è la definitiva conferma delle ricadute gravissime della centrale di Cerano sulla salute dei cittadini pugliesi. Il Cnr, l’ente pubblico di ricerca, scrive che all’inquinamento provocato dalla centrale sono attribuibili fino a 44 morti all’anno. Una enormità, che si affianca al costo sanitario della Federico II, già certificato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente come compreso tra i 500 e i 700 milioni di euro l’anno.
Nella Costituzione italiana, all’articolo 41, si legge che l’iniziativa economica privata “non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. A me pare che lo studio del Cnr sia sufficiente per dire che Enel spa, per ciò che riguarda l’attività di Cerano, si ponga fuori dalle regole costituzionali.
Proprio per questo pretendo che il tema venga affrontato dalle autorità pubbliche a tutti i livelli al più presto, a partire dalla giunta e dal Consiglio regionale. Perché la politica e le istituzioni, sul tema delle ricadute di Cerano sulla salute dei cittadini non possono, ancora una volta, farsi anticipare dalla magistratura.
Ad Enel va chiesto con forza di rispettare gli accordi fatti con le istituzioni locali al momento della sua apertura. E cioè la riconversione della centrale. Ho già detto che abbiamo l’occasione della Tap, per il cui spostamento da San Foca non è sufficiente impugnare l’Autorizzazione unica data dal Governo, ma bisogna, come già chiesto da Renzi mesi fa, presentare una alternativa. Portare quel gasdotto a Cerano potrebbe, all’esito di una iniziativa politica forte, fornire una alternativa che consentirebbe di cominciare la riconversione. È difficile, gli interessi in gioco sono enormi, ma è possibile.
Mi auguro che la Regione e l’assessore Capone, sappiano fare del loro meglio per stabilire con Enel e Tap una interlocuzione franca: bruciare carbone non è più un’opzione accettabile, perché il prezzo da pagare in termini di vite umane è troppo alto.
Al sindaco di Brindisi Consales, che di fronte alla pubblicazione di questa ricerca sente prioritariamente il bisogno di sminuirne la portata, dico che il Cnr è un ente che va rispettato. E che dalla sua funzione di massima autorità sanitaria del territorio in cui ricade la centrale ci aspetteremmo un atteggiamento più teso a tutelare la salute dei cittadini che non a sindacare sulla competenza o l’autorità degli enti di ricerca.
In ogni caso, come è ben chiaro dalla ricerca pubblicata dal Cnr, le ricadute di Cerano vanno ben oltre il territorio brindisino. Quindi è ora di assumere definitivamente questa questione ad un livello regionale di discussione e di interlocuzione con Enel, perché ad essere in gioco sono gli interessi e la salute dei cittadini non solo di Brindisi, ma di quelli che vivono in tutte e tre le province meridionali della Puglia”.

Domenica, 12 Luglio, 2015 - 00:07