In attesa del black-out
La modernità è la convinzione che il cambiamento sia l'unica cosa permanente e che l'incertezza sia l'unica certezza. Con la crisi del concetto di comunità, emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi. Mancando, quindi, punti di riferimento tutto è dissolto in una forma di "liquidità". Questo è, in estrema sintesi, il nucleo del pensiero di Zygmunt Bauman ne "La società liquida", filosofo e saggista di origine ebreo polacca, scomparso nell'anno in corso.
Madido, il giovane maturando attende di liberare le sue parole dinanzi ad una commissione d'esame stanca e accaldata quanto lui. Una scena che quel giorno, come una copiativa, si riproponeva in centinaia di città dello stivale. L'unico desiderio del ragazzo è quello di lasciare agli atti le sue sudate parole e bagnarsi la testa in un qualsiasi angolo dello Jonio, per iniziare un'estate partita per lui in ritardo ma che in realtà sarà la più lunga della sua vita. Ardua la scelta di portare Bauman alla maturità; discussione felicemente riuscita. Dove nasce il paradosso? Bauman imputa alla tecnologia parte del disagio della società odierna. Spinti, come siamo, dalla necessità di essere sempre alla pari con il tempo che corre consumiamo in maniera bulimica, senza freni, convinti che i social media, Internet e il web ci facilitino la vita. Il diplomando, aiutato dalle slide proiettate sul muro dell'aula tramite un computer, espone il suo percorso.
Bauman, ne sono convinto, assiste.
Lo sguardo di tutti è rivolto alle parole proiettate. Tutto d'un tratto si interrompe la corrente. Quell'attimo fatale distoglie l'attenzione, il muro torna inesorabilmente bianco. Bauman è intervenuto. Come procedere? Prontamente i collaboratori si attivano per riparare il danno, ma inesorabilmente trascorsi dieci minuti la corrente si interrompe nuovamente.
Bauman sorride.
La presidente decide di proseguire l'interrogazione senza l'ausilio della tecnologia, invita lo studente a sedere di fronte alla commissione, gli occhi si incontrano. Antonio prosegue il suo esame descrivendo quella società liquida, nella quale è immerso, con la forza dei suoi diciotto anni. Descrive, attraverso le parole del filosofo, il disgregarsi delle anime, la mutazione dei valori, la scomparsa delle ideologie e l'onda impetuosa del populismo che incalza, rappresentando il nostro tempo quale "tempo di mezzo", come un interregno di incorporea vacuità. Mentre quei supporti tecnologici che tanto sperava lo aiutassero lo abbandonano, cosciente delle sue parole, si riappropria dello sguardo suo e degli altri.
Profetico è stato forse quel black out che ha riportato le parole sui visi della commissione e la comunicazione sugli sguardi. Forse quella società liquida della quale si parlava doveva ripartire proprio da quel momento. Forse un repentino black out resetterebbe i nostri sistemi e riporterebbe una nuova luce sulle nostre anime. Antonio intanto cavalca il filo del suo discorso aiutato dalle parole e dagli sguardi. Corri Antonio, ragazzi correte, attraversate velocemente la terra di mezzo, ma fatelo insieme, sfruttate ogni black out vi si presenti come un'opportunità e non un disagio. Dal buio, la luce. Bauman annuisce.
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