Andate via da lì!

La folla sul luogo in cui è stato trovato il cadavere di Noemi, tra rabbia e impotenza
La gente sul luogo del ritrovamento del cadavere di Noemi Durini

L’assurdo ha sempre più spettatori della normalità. Ma cosa pensate di vedere? A cosa serve essere lì, a un passo da quel luogo ormai segnato luttuosamente per sempre?
La notizia del delitto truce e senza giustificazioni che ha messo fine alla vicenda della povera Noemi Durini ha travolto tutta l’Italia scatenando le reazioni più disparate, tutte accomunate dall’incredulità e dalla rabbia. Tra chi invoca una giustizia super partes, che getti addirittura in pasto ai pesci l’autore dell’omicidio, e chi piange immedesimandosi nei genitori sia della vittima sia del carnefice, ugualmente distrutti pur per motivi opposti, rimane un’ennesima pagina che racconta di adolescenti senza un prima e senza un dopo.
Ma quel “prima”, che in questo momento sarebbe alimentato solo da inutili se, è ormai lontano e il “dopo” è nero da qualsiasi angolazione lo si guardi.
Noemi, con i suoi 16 anni, non poteva conoscere i mille travestimenti dietro cui “l’amore sporco” tende a nascondersi. Si è fidata, prima di se stessa e poi di chi gli sembrava in grado di regalarle le emozioni tipiche della sua età.
Colui che tutti hanno battezzato “il suo fidanzatino”, usando il diminutivo quasi involontariamente per via dei suoi 17 anni, ma che non smuove in realtà empatia a causa di quella fredda esecuzione di cui si è reso colpevole, non ha più vita da vivere, qualsiasi strada i magistrati decideranno di fargli percorrere.
Tutto si è spezzato. Le indagini faranno il loro corso, si parlerà fino allo sfinimento, entrando in dettagli che a nulla varranno se non a istigare nell’opinione pubblica un senso di smarrimento sempre più profondo. Tutto, in qualche modo, avrà un epilogo ed entrerà nel libro dei delitti che ci hanno maggiormente coinvolti.
Sociologi, psichiatri, opinionisti di ogni sorta, dalla tv, dai social, dai giornali, tenteranno di ricostruire il passato per spiegare il presente e, chissà, rispondere a qualche perché e al solito, pesantissimo “fino a dove?”. Ma la sensazione di una follia incontrollabile, frutto forse di manie di onnipotenza a cui il “tutto subito” ci sta quasi maledettamente abituando, si avverte chiaramente.
Discuterne con Noemi non sarà più possibile. è ora il momento di andare via da lì.

Mercoledì, 13 Settembre, 2017 - 19:00