Anche a Lecce i nuovi farmaci contro il cancro

Si è tenuto all’Hotel Tiziano di Lecce, dal 20 al 22 aprile, il congresso che ha affrontato la gestione delle neoplasie che rappresentano la prima causa di morte: il cancro al polmone, alla mammella e al colon. Organizzato dal direttore di Oncologia medica del “Vito Fazzi”, Gianmarco Surico, il congresso ha visto la partecipazione di un centinaio fra oncologi, radioterapisti, chirurghi, internisti, anatomo-patologi, radiologi e medici nucleari provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Oltre a 25 biologi e 25 infermieri specializzati.

Cosa è emerso da queste giornate? Quali prospettive e quali novità terapeutiche? Perché è importante l’immunoterapia?
Domande che Salute Salento ha posto al dottor Surico, che al Polo Oncologico del Fazzi dirige l’equipe che ogni giorno, da lunedì a venerdì, riceve circa 8-10 nuovi pazienti.
«Io credo che il futuro sia in un’integrazione tra terapia molecolare target, cioè personalizzata, per pazienti che hanno delle caratteristiche molecolari predefinite e l’immunoterapia. E penso che la chemioterapia troverà uno spazio sempre più ridotto o di impiego in patologie come il carcinoma mammario».

Oggi anche a Lecce – conferma il primario - si utilizzano correntemente i nuovi farmaci (nell’ambito di protocolli internazionali) che permettono di attivare il sistema immunitario e quindi di determinare una risposta autoctona, contro il tumore.
«Diventa sempre più impellente non solo l’istituzione di Gruppi multidisciplinari come già succede a Lecce – aggiunge Surico – ma anche la messa in rete a livello regionale di tutte le Oncologie pugliesi che sono di ottimo livello. Occorre collaborare e standardizzare le diagnostiche».
Al congresso ha partecipato anche il prof. Mauro Ferrari , uno scienziato italo-americano che insegna a Houston nel Texas, autorità mondiale in fatto di nanotecnologie, che ha elaborato l’Oncofisica del trasporto.
«Uno dei problemi principali nel cancro – ha spiegato il prof di Houston – è il trasporto della massa. Purtroppo, quando il tumore cresce oltre una certa misura diventa impenetrabile al farmaco. Quindi dobbiamo affrontare il problema con gli strumenti della fisica, dell’ingegneria, la biologia e la chimica. Con delle tecniche particolari di target-terapy (terapia mirata) riusciamo a fare entrare anche il farmaco all’interno del tumore».
Le aspettative si concentrano oggi sull’immunoterapia, che mira a rieducare il corpo e, in particolare, il sistema immunitario, per individuare il pericolo da debellare.

Lunedì, 25 Aprile, 2016 - 00:04

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