"Video-shock dell'Ordine dei Medici di Lecce"

L’OMCeO (Ordine dei Medici) di Lecce è impegnato in una battaglia istituzionale e costituzionale di garanzia del diritto fondamentale alla salute dei cittadini, senza alcuna distinzione. In questi giorni, nel chiuso delle stanze del potere, si sta stipulando un “accordo devolutivo” che riguarda materie essenziali come istruzione, tecnologia, formazione, farmaci, sanità, in apparente attuazione del Titolo V della Costituzione, ma legando le risorse disponibili alla tassazione locale (e quindi al PIL regionale) mettendo in crisi non solo i principi fondamentali del SSN (Servizio Sanitario Nazionale), già in affanno, ma anche la forma-Stato, come riferimento identitario, solidaristico, unitario.
Sono molte e molto serie le preoccupazioni e le conseguenze che deriverebbero da un simile accordo su questi temi, non solo nelle modalità non condivise, non solo per l'insanabile conflitto giuridico che si ingenerebbe con le altre norme e leggi (art 3 e 32 della Costituzione, la legge 833 istitutiva del SSN), ma soprattutto perchè - dal nostro punto di vista - l’autonomia differenziata ripropone con forza in termini nuovi un problema antico: la questione meridionale.
A rischio i principi di equità e di accesso universale alle cure. Si determinerebbe un incremento insostenibile delle disuguaglianze già presenti e che sono “certificate” per esempio dall'ultimo report dell'Università Tor Vergata di Roma: le performances delle Regioni meridionali sono ultime in Italia! Nel Sud sono molto più bassi i LEA (i Livelli Essenziali di Assistenza), l’accesso ai servizi, il numero dei posti letto (oggi la Regione Puglia, dopo i tagli si ritrova con 1597 posti letto in meno rispetto a quanti previsti dal “riordino” e gli effetti di ciò sono drammaticamente evidenti in tutto il nostro territorio salentino), il numero dei dipendenti sanitari (in Puglia sono 8.9 x 1.000 abitanti, la media nazionale è di 10.8, nelle Regioni del Nord di 12.1 x 1.000, con un’età media degli stessi operatori di 53.6 anni in Puglia, ma 48.9 nel Nord. Tutto ciò determina un'aspettativa di vita che nel Sud è anche di 3 anni inferiore al Nord! Il disagio della migrazione sanitaria diviene sempre di più causa ed effetto della differente erogazione delle cure. La sfida però non deve essere come viene solitamente narrata tra il Nord “ricco e non solidale” ed un Sud “in affanno e non virtuoso”, ma tra medici e cittadini da una parte e la malattia, la fragilità e il disagio dall'altra. In questo cambio di paradigma tutto il sistema deve avere eque condizioni di partenza per difendere con forza il diritto alla salute, senza distinzioni. Questa è anche – ma forse soprattutto - una sfida di democrazia a salvaguardia della cultura occidentale, basata sul rispetto e la solidarietà.
L'Ordine dei Medici di Lecce ha voluto testimoniare anche con mezzi “insoliti” ma efficaci quest'impegno: con un breve video-shock, che invitiamo tutti a visionare: vengono sintetizzati ed enfatizzati scenari inquietanti all'indomani dell'approvazione del “regionalismo differenziato” su materie che coinvolgono tutti i cittadini.

Da qui accedi al video-shock

Lunedì, 15 Luglio, 2019 - 00:06