"Vicini al paziente ma solidali con il collega ortopedico attaccato in tv"

L'OMCeO di Lecce stigmatizza quanto rappresentato, durante una trasmissione in diretta in una TV locale, da una madre che ha accusato pubblicamente con particolare veemenza un Medico, reo – a suo dire – di non aver concesso a suo figlio la precedenza in una visita ortopedica. Siamo perfettamente convinti che dal punto di vista soggettivo chi ha un problema (piccolo o grande che sia) vorrebbe ricevere una risposta immediata. Non vi deve essere alcun dubbio però che anche il Medico vorrebbe offrire ciò.
Il sistema di urgenza ed emergenza tuttavia è organizzato per dare risposte adeguate ad una utenza a volte anche molto vasta e variamente complessa. Non pensiamo che la donna abbia voluto praticare lo sport molto diffuso di voler scavalcare la fila (magari alzando la voce), né che abbia voluto deliberatamente determinare una interruzione di pubblico servizio mentre il Medico trattava casi particolarmente delicati, pensiamo solo che in buona fede e comprensibilmente abbia ritenuto il caso di suo figlio il più importante di tutti, ma l'accesso alle prestazioni di urgenza non è come salire su un autobus, per cui chi “prima arriva prima alloggia” o una “da che mondo è mondo una donna ha la precedenza su un uomo”.
Le norme di accesso sono invece dettate da criteri clinici oggettivi, attribuendo un colore od un numero alla gravità della situazione. Il nostro Ordine sta compiendo uno sforzo comunicativo enorme (anche con la campagna mediatica di “MEDICINANZA”) per trasformare questi principi e queste garanzie in cultura comune e diffusa.
Il Sistema sanitario è di tutti, ma per funzionare occorre rispettare le regole, valide per tutti. Se non vi è (ancora) un pronto soccorso pediatrico multidisciplinare dedicato (come vorremmo che fosse se il nostro sogno di un Polo Pediatrico vedrà finalmente la luce), se non si sono potuti ancora attivare tutti i percorsi dedicati a persone fragili, la colpa non può essere addossata ad un Ortopedico che si trova (da solo!!!) a dare - tra mille difficoltà - risposte di salute con decisioni anche complesse e immediate a molte decine di pazienti, cercando di rispettare le priorità cliniche.
La nostra vicinanza al piccolo paziente che peraltro ha risolto - a quanto risulta - il suo problema, la nostra completa solidarietà al Collega che invece anche domani dovrà affrontare gli stessi problemi nella solitudine di un ambulatorio sempre più un front office di tutto il sistema sanitario: 60-70 utenti, a volte poco “pazienti”, forse sempre più autorizzati, se non istigati da tali trasmissioni, a pretendere che l’interesse singolo sia l’unico criterio da soddisfare.

Lunedì, 18 Novembre, 2019 - 00:06