Va a fuoco il Caty Bar, paura in piazzetta Orsini

Grande prova di dignità e coraggio di Mario Codazzo e delle sue figlie

Galatina - Se non glielo avessero impedito sarebbe entrato per spegnere il fuoco con le mani. Erano le ore 15:05 quando, ieri,  Mario Codazzo, titolare del Caty Bar in piazzetta Orsini a Galatina, è arrivato, quasi insieme ai pompieri, ed ha alzato la saracinesca. Un’ondata di fumo nero lo ha investito. Ha indietreggiato per un attimo ma poi ha tentato nuovamente di entrare. “Devo capire” –andava ripetendo. Solo un amico vigile del fuoco, che abita poco distante dal bar e ieri era a riposo, è riuscito a convincerlo. “Lascia fare ai miei colleghi –gli ha detto- entreranno con la maschera e la bombola di ossigeno e faranno il possibile per fermare il fuoco”.  
L’incendio era scoppiato intorno alle ore 14:30 nel retro del locale dove c’è il laboratorio di pasticceria (è quello che ha riportato i maggiori danni). Ad accorgersi del fumo nero che usciva dalla porta e da un finestrino in corte Umberto I erano stati dei turisti che hanno subito avvertito i titolari del bar della Basilica che hanno lanciato l’allarme.
I Vigili del fuoco hanno impiegato circa 20 minuti ad arrivare da Lecce.  Con le loro autobotti si sono infilati nel centro antico guidati da un auto della Polizia Locale. Intanto un Vigile urbano, assistito dagli uomini della Protezione civile, teneva lontani i curiosi. Si era diffusa la voce, poi smentita, che all’interno del locale in fiamme ci fossero due bombole. È stato, invece, lo stesso Mario Codazzo a chiudere la serranda del contatore del metano.
I caschi rossi, per aggredire  le fiamme più direttamente hanno dovuto tagliare con i flessibili i cardini della porta di legno laterale la cui vernice cominciava a sciogliersi a causa dell’alta temperatura. Il fumo era talmente denso e nero che per orientarsi hanno dovuto usare una fotoelettrica e per farlo diradare hanno montato un potente aspiratore. I  tecnici dell’Enel  hanno, poi,  tolto tensione al locale.
L’origine dell’incendio potrebbe essere stato un cortocircuito. Il fuoco ha apparentemente risparmiato la parte anteriore del bar con il banco di mescita, la macchina del caffè e gli espositori dei dolci ma il fumo ha annerito tutto.  
Codazzo, che abita a Corigliano,  ricorda di avere spento tutti gli apparecchi prima di andare via alle ore 13. Ieri era il giorno settimanale di riposo per il Caty Bar ma Mario aveva ugualmente lavorato all’interno per preparare la granita di limone che doveva essere pronta per oggi.
I suoi rustici, i dolci, i gelati sono molto apprezzati dai galatinesi. Gestisce il locale da ventotto anni. Quattro anni fa, quando iniziarono i lavori di ristrutturazione di Palazzo Dolce, furono moltissimi a solidarizzare con lui per ottenere che il bar non venisse chiuso. Si trovò una soluzione ed il buon senso vinse la burocrazia.
Ieri Luana, una delle figlie di Mario che danno una mano nel bar, ha abbracciato con le lacrime agli occhi suo padre. Lo ha stretto forte quasi a dargli coraggio e a dirgli “supereremo anche questo”. Poi è andata da Claudia, la sorella più piccola, le ha cinto le spalle e sono rimaste insieme in silenzio. Non sono persone che mollano. Il Caty Bar tornerà più bello di prima.

Giovedì, 31 Luglio, 2014 - 00:07

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