"Una stimolante 65sima edizione della Fiera di Galatina"
Anche quest’anno ho avuto il piacere di visitare la Fiera campionaria di Galatina. ed ho trovato decisamente intelligente l’idea di spostare l’allocazione della stessa, per la 65^ edizione, dai periferici ed angusti padiglioni di Via Ippolito De Maria al più pertinente ed arioso Centro della Città. Direi che ne ha guadagnato la vivibilità ed ho riscontrato un considerevole aumento delle tipologie di stands e prodotti.
Ho avuto graditi ospiti un gruppo di amici “polentoni” che, incuriositi dal richiamo nazionale che l’evento aveva avuto in tanti anni di onorata organizzazione, non volevano mancare la visita, desiderosi, alcuni, di intraprendere contatti di tipo commerciale con gli espositori.
Io avevo parlato molto bene dell’evento ed avevo posto l’accento sul fatto che quest’anno ci sarebbero stati degli exhibitors provenienti da diverse nazioni. In effetti nulla ha tradito le aspettative, avendo riscontrato qualificate presenze dalla Cina, dal Nord Africa e dalla zona sub-Sahariana, dal Pakistan. Mi ha lusingato moltissimo l’apprezzamento ricevuto dagli amici “polentoni”, acuti osservatori delle tendenze culturali ed economiche ed abituati a girare l’Europa alla ricerca di opportunità commerciali. I mie amici hanno trovato nella 65^ Fiera campionaria di Galatina, un modo nuovo ed originale “di parlare ai mercati”.
Il mio amico Ambrogio, esperto di marketing territoriale, cosi commentava: la Fiera è un indovinato esempio di “Innovative glocal commerce”.
Sarà, ho pensato tra me, tacendo la mia ignoranza sull’argomento. Chissà che gli illuminati organizzatori dell’evento siano riusciti a programmare “un ventennio” di manifestazioni innovative di cui questo è solo un assaggio?
Comunque, in considerazione dell’enorme affluenza di pubblico, per tenere unito il gruppo degli amici, mi sono dotato di un palloncino gonfiato ad elio, il simpatico Titti, l’uccellino giallo.
Il mio amico Marco avrebbe preferito che lo guidassi con una bambola gonfiabile, ma gli ho spiegato che era un’altra fiera. Mi ha promesso che tornerà per quella ed il prossimo anno mi toccherà, per dovere di ospitalità, recuperare i biglietti.
Dicevo delle tipologie di prodotto e degli stands.
Molto presente il settore dell’agro alimentare, con produzioni tipiche locali: torrone, confetture e formaggi, in testa. Mentre Titti sorrideva, guardando dall’alto la marea umana che visitava gli stands, il capannello di amici “polentoni” si è fermato affascinato dalla “scapece”. Una cosa mai vista prima, un interesse assoluto. Tra il produttore di scapece e l’amico buyer, c’è stato un interessante ed esauriente approfondimento sulle caratteristiche organolettiche, sul modello di produzione e sul tipo assolutamente innovativo di packaging. Uno scambio di bigliettini da visita ha sancito l’impegno a rivedersi con calma per un eventuale sviluppo delle opportunità commerciali sul mercato internazionale.
Altro settore di interesse è stato quello floro-vivaistico.
Qui, mi sono permesso alcune considerazioni personali di tipo evocativo. Ho ricordato ai miei amici, quando la Fiera campionaria di Galatina, alle sue origini, si sviluppava sul suolo di Piazza Fortunato Cesari e nelle anguste aule dell’edificio scolastico. Era una piccola fiera di paese, quasi un mercato, niente a che vedere con quello che sarebbe stata negli anni successivi..., men che meno con quello che stavamo visitando. Raccontavo con enfasi, ai miei amici, questi passaggi e loro si sono quasi commossi al pensiero che dopo 65 anni di ripetuti eventi, ci fosse nelle mie parole un tale affetto, un orgoglio sì grande, per la dimensione attuale raggiunta dalla “mia Fiera di Galatina”.
Ma il massimo della commozione l’abbiamo raggiunto quando ho riconosciuto, tra tante, la stessa pianta grassa che vidi quando, da bambino, mio padre mi portò con lui a visitare la campionaria.
Incredibile, come una semplice pianta grassa, quella pianta grassa, rappresentasse la storia di una Città e dei suoi uomini. I miei amici, hanno raccolto il senso di smarrimento che mi aveva preso e sicuri di farmi cosa gradita mi hanno fatto un regalo: hanno comprato la pianta grassa, irsuta, rotonda, “binchiata di storia”, perfetta perifrasi della Fiera di Galatina: nata e ritrovata nello stesso posto, dopo 65 anni.
Ambrogio continuava a tessere le lodi di un popolo capace a rimanere per tutto questo tempo con lo sguardo fisso sugli aghi di una pianta grassa. Io, appassionato di poesia, gongolavo.
Altro stands: i giocattoli.
L’interesse dei visitatori verso i giocattoli è stato notevole: in poche fiere in Europa si può trovare un tale assortimento di giocattoli dalla indiscussa qualità ed a prezzi così competitivi.
Savina, raccontava che è difficile vedere dei venditori cinesi esporre in una fiera generalista, giacché essi privilegiano le fiere di settore, dove far valere la migliore qualità dei loro manufatti.
La tradizione delle porcellane smaltate, pur avendo perso da tempo la becera usanza dello “sbattimento del piatto” sul piano in lamiera zincata è stata comunque degna di attenzione, soprattutto dalle signore del gruppo.
Tralascio per brevità la descrizione di altri settori (bigiotteria, articoli sacri, tamburelli, animali, tessuti, biancheria, libri nuovi ed usati, arredamento da esterno, noccioline e mandorle fresche……!!!!!!, prodotti magici per la pulizia, attrezzi per hobbistica e tempo libero, calze, filati e zucchero filato, pietre semipreziose e kebabb, cuio e pelli lavorate, borse, valigie, cappelli di ogni tipo, crepes e mi scuso con i venditori che non ho menzionato.
L’aspetto puramente commerciale si affiancava ad eventi musicali articolati per un pubblico vario ed esigente: musica popolare, classica, folk, leggera. L’approfondimento culturale ha visto momenti qualificanti, di tipo etnico-antropologico con rievocazioni e rappresentazioni iconoclastiche del fenomeno del tarantismo. I miei amici, con il loro acume nordico, si sono congedati da me con queste parole: E’ tutto molto bello ed interessante, ma dov’è il Sindaco? Vorremmo conoscerlo e conoscere il suo parere su tutto quello che abbiamo visto ed ascoltato.
Chiedo a chi ha avuto la cortesia di leggermi: pensate che questa Amministrazione, (al di là della evidente presa in giro di chi ha garantito per un evento che non ha saputo realizzare), abbia il coraggio politico di affermare che la Fiera campionaria di Galatina è morta ed ha perso le sue ragioni storiche di esistenza?
E’ possibile avere una visione ed un progetto in cui il pubblico si confronta con il privato (capace) per uno sviluppo del territorio?
E’ possibile credere che il consiglio di Amministrazione della società che dovrebbe gestisce i padiglioni del quartiere fieristico, non sia nominato dal PD e Forza Italia?
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