“Una Scuola senza frontiere" per il X banchetto interculturale del Capece

“Una Scuola senza frontiere -afferma la dirigente Gabriella Margiotta- è il nucleo centrale della X Edizione del Banchetto Interculturale al Liceo Capece. La collaborazione sinergica tra la Scuola, gli Enti locali, le varie Associazioni culturali del territorio, ma soprattutto la partecipazione attiva degli Studenti e delle Famiglie, hanno reso possibile la realizzazione di un vero e proprio laboratorio di convivenza e nuova cittadinanza. Nel corso del progetto si sono affrontate molteplici tematiche della pluralità diffusa: diversità culturali e religiose, sviluppo economico e civile, diritti umani e protezione internazionale. A suggello del percorso nella giornate del 30 maggio interverranno il prof. Eugenio Imbriani, Docente di Antropologia culturale e Storia delle tradizioni popolari e il prof. Luigi Perrone, Docente di Sociologia delle migrazioni e Sociologia delle migrazioni delle culture dell’Università del Salento e la dott.ssa Anna Guidone, Magistrato presso il Tribunale di Brindisi. Nella giornata del 31 maggio seguirà la tradizionale degustazione di piatti tipici di diverse etnie, non solo dell’Europa, ma anche della Cina, del Giappone, dell’Africa, degli USA., della Nuova Zelanda. La giornata si concluderà con esibizioni di danza e musica a cura degli Studenti. Punti nodali dell’approccio alla dimensione interculturale -continua la dirigente Margiotta- sono una prospettiva aperta e pluralistica che valorizza la diversità culturale. I processi migratori in atto a livello globale sollecitano la scuola a nuovi compiti educativi, dipende, infatti, per gran parte dalla scuola l’educazione ad una nuova cittadinanza. Si tratta, cioè, di comprendere la diversità e la ricchezza del pluralismo, impegnandosi nella risposta alle esigenze della contemporaneità, nel mondo della complessità e della globalizzazione, con il promuovere negli studenti lo sviluppo di una coscienza civica , al fine di rimuovere le barriere culturali con il superamento di ostacoli linguistici e relazionali. In sintesi occorre adottare una pedagogia interculturale, che altro non è che pedagogia dell’inclusione”.

Venerdì, 24 Maggio, 2019 - 00:02

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