Un pomeriggio inseguendo un autografo
Quando lessi quel cartellone ancora bagnato di colla non mi sembrava vero. Il 13 ottobre la “AMOROSO” avrebbe incontrato i fans e firmato autografi in un centro commerciale. Non me la sarei persa per nulla al mondo, ma non per me, avrei portato Ilaria, 9 anni e IV elementare. Conosce tutte le sue canzoni. I giorni che mancavano all’appuntamento furono tutti un’attesa, sino a domenica 13 ottobre.
Succede sempre così: dai un orario di partenza e si fa un altro, ma non è tutto. Non eravamo lontani quando mi venne l’idea di portare anche il diario scolastico di Ilaria per l’autografo.Tornammo indietro per recuperarlo e finalmente ci avviamo velocemente verso il centro commerciale. Arrivammo che c’era già la coda, quando riuscii a parcheggiare ed entrare in galleria, si sentivano già le note della canzone “questa notte è…nostra” cantata a squarciagola dai tantissimi fans. Mi misi in fila, in mano CD e il pass appeso al collo di Ilaria.
Eravamo già in fila da una mezz’ora, accaldati e sudati. Lì in mezzo non si vedeva un capello bianco ed io li avevo tutti. Ma quando un gruppo di dodicenni scatenate mi fece tornare in ultima fila, dopo avermi quasi travolto, rinunciai. Rimasero in fila Ilaria e la mia compagna. Mi portai in un punto ventilato ad aspettare, ad osservare quella distesa di adolescenti che cantavano senza fermarsi un attimo. Sapevano tutto a memoria, ed io a ricordarmi la fatica per imparare a memoria una poesia.
Rimasi lì ad aspettare per oltre due ore, ad ascoltare le sue canzoni e le raccomandazioni sue e del suo staff. Vidi Ilaria e la mia compagna arrivare sulla pedana dove “lei” salutava i fans. La vidi consegnare il cd e il diario aperto. Il diario aperto per la dedica sulla pagina che segnava la data del suo compleanno. Baci e foto come per tutti poi saluti e via.
Andammo via che erano quasi le otto di sera e c’era ancora fila. Il CD era “autografato” il diario no. Fu una brutta sorpresa non si sa perché, forse mancò il tempo o forse era previsto solo l’autografo sul CD. Non so. Sdrammatizzammo con Ilaria che già sognava di mostrarlo a scuola. "Sarà per la prossima volta".
Tornammo stanchi e sudati, il vento di scirocco imperversava su di noi ed Ilaria aveva finito di girare tutte le pagine del diario nella speranza di trovare un autografo che non c’era. Un caldo pomeriggio tra carrelli e canzoni, all’inseguimento di un “autografo”, “uno solo”. Ma se nell’autografo leggo una voce salentina tra le più belle del panorama musicale italiano, mi sa che ne è valsa la pena.
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