"Un oleandro che ha goduto del rispetto delle bestie e degli uomini"

"L’indiscutibile bellezza di Piazza San Pietro sacrificata all'inamovibilità di ben assortiti chioschi metallici"

Bruno Lazari ha scritto di aver notato turisti intenti a fotografare “bellissimi angoli di verde rigoglioso”, esistenti in via Cavour. In effetti ai numeri civici 10 - 14 c’è il negozio LUIS , il cui proprietario, Luigi Papadia, ha escogitato un modo veramente originale per dare decoro alla strada che porta alla Basilica di Santa Caterina. Poiché in questa via mancano sia i marciapiedi che lo spazio per crearvi aiuole, egli ha interrato in modesti vasi, addossati  ai muri delle case, piante che, assistite in maniera adeguata, sono cresciute rigogliosamente, fino a sfiorare le finestre dei primi piani.
Lo stesso Bruno Lazari  ha proposto al Comune di provvedere a dare  analogo decoro ad altre strade del centro storico. Ma la sua proposta certamente non sarà presa in considerazione, in quanto la prassi abitualmente seguita da Amministratori e  Dirigenti comunali consiste nel “lasciar fare” alla natura (lassismo?). Prassi questa che talvolta dà luogo a fatti veramente sorprendenti come, per esempio, i fichi maturi che in agosto “piovono” sul marciapiede che corre lungo il muro di cinta dell’ex Carcere mandamentale di via Isola d’Elba o gli ottimi  pomodori “maturati in corso Porta Luce nelle buche scavate per piantarvi i nuovi alberi…”
La natura provvede anche a far nascere e crescere ai margini di tutte le strade della Città non solo erbacce di ogni tipo, ma anche arbusti che garantiscono una prolungata fioritura. Per esempio chi proviene da viale S. Caterina Novella e percorre  viale Don Bosco, giunto allo slargo che immette in via Maria Ausiliatrice, può ammirare la pianta con fiori di colore rosa della foto sopra riportata. Trattasi di un oleandro che, nato da un  seme finito chissà come in una fessura esistente a margine del marciapiede, nella sua non certo breve crescita “ha goduto del rispetto” delle bestie e degli uomini.      
Amministratori e Dirigenti comunali hanno seguito la prassi del “lasciar fare” anche per quanto riguarda l’urbanistica. Infatti le autorizzazioni da essi concesse per la costruzione di chioschi dinanzi a pubblici esercizi, senza aver prima stabilito criteri razionali e uniformi di esecuzione, oltre a sconvolgere la bella architettura della Città e a rendere difficile il movimento dei pedoni, hanno prodotto situazioni assurde e paradossali. Basta andare in Piazzale Stazione e osservare la pineta e le strutture che vi sono installate per avere un’idea di quanto sostengo.
Rimanendo in campo urbanistico, la più volte citata prassi del “lasciar fare” e stata anche adottata per quanto riguarda “il salotto buono della città”, che i nostri antenati vollero con sullo sfondo la stupenda facciata barocca della Chiesa Matrice. Di questo bel salotto le Autorità Municipali hanno di fatto definitivamente sacrificata l’indiscutibile bellezza, allorché hanno concesso ad alcuni esercizi pubblici, l’inamovibilità dei loro orribili nonché ben assortiti chioschi metallici.
In altra circostanza ho sostenuto che Galatina allontanandosi dal notevole livello socio-economico raggiunto nel XX secolo è avviata a non essere più città. Senza dubbio la mancanza di decoro e la perdita di bellezza accentuano questo processo involutivo.


"Galatina che non ti aspetteresti..."

Giovedì, 17 Settembre, 2015 - 00:06