Un destriero forte e coraggioso

Caro Giovannino, il 28 novembre riaprirà il Cavallino Bianco

Caro Giovannino, forse non lo sai ma sabato prossimo nel nostro paese si riapre, dopo tanto tanto tempo, un teatro. Il nome che diedero, tanto tanto tempo fa, a questo teatro è: Cavallino Bianco. Perché dici che è strano? È un nome e come ogni nome ha un suo perché. Io penso infatti - ma è solo un mio pensiero e prendilo come tale - che un teatro è proprio come un cavallo: a volte è docile, a volte fa le bizze, a volte ha bisogno di riposo, a volte di correre su lunghi selciati. E correndo incontra ostacoli e, se il cavallo è buono e ben allenato, riesce a saltarli e ad andare verso quelli successivi. Se, invece, è un cavallo pigro, stanco, non ben allenato… in questo caso si fa male, butta giù i legni e può essere anche squalificato. Ma, questo solo nel caso egli gareggiasse in una competizione o qualcosa di simile.
E a noi che ce ne frega di questo cavallo? mi chiedi. Beh, vedi: il cavallo, all’uomo, è sempre stato utile. Gli serviva per spostarsi da un paese all’altro, per far – ahimè – le guerre ma anche per baciare la propria bella affacciata alla finestra ché l’innamorato da solo non ci arrivava e doveva salire sulla groppa del cavallo per raggiungerla…
Dici che oggi che ci sono le macchine veloci veloci, il cavallo non ci serve più? E qua sbagli Giovannino. Perché il cavallo, a noi, servirà sempre.
Uno: se un domani il petrolio finirà, e prima o poi finirà, le macchine se ne staranno ferme ferme nei garage, mentre il cavallo… basta una bella manciata di fieno e vedi come trotta.
Due: queste macchine di oggi vanno troppo veloci, mentre il cavallo va più piano e uno sul cavallo, proprio perché va più piano, può guardare meglio il paesaggio che lo circonda.
Ecco, Giovannino. A noi il cavallo, cioè il teatro, serve proprio per guardare bene ciò che ci circonda. È come una lente d’ingrandimento. E non solo, sul cavallo si può anche sognare: sognare di essere principi, principesse, guerrieri, o semplici uomini e donne.
Che dici allora di questo nome? Ti piace, eh? Pure a me. Speriamo allora di andare lontano lontano con questo Cavallino e non ti far ingannare dal diminutivo poiché la sua falcata sarà lunga e potente. Almeno, questo è ciò che ci auguriamo.
Agli artisti che lo alleveranno il compito di renderlo un destriero forte, coraggioso, intelligente e anche un po’ pazzo. A quelli che lo nutriranno il compito di non fargli mai mancare la biada, l’acqua e il calore, soprattutto negli inverni freddi.
Ah, ricorda Giovannino che su questo cavallo ci può andare chiunque, anzi ci DEVE andare chiunque. E certo, pure tu. Allora… ci vediamo in sella ragazzo!

 

Tuo Fausto

Giovedì, 26 Novembre, 2015 - 00:08

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