In un biglietto la spiegazione del suo gesto
“Non ce la faccio più”. Salvatore Massaro lo ha scritto su un foglietto che ha lasciato sulla veranda davanti all’ingresso di casa. Per tutta la notte era stato lì, seduto su una poltrona con una coperta addosso per ripararsi dal freddo. Ieri mattina ha, probabilmente, atteso che la sua ex-compagna uscisse per recarsi a lavoro ed è andato sul retro dell’abitazione. Non aveva più le chiavi di nessuna delle porte di accesso. Ha rotto il vetro di una finestra che dà nello scantinato. Si è infilato nel fabbricato e da lì ha raggiunto le scale che portano in terrazzo. Qualcuno dei vicini lo ha visto proprio nei pressi dello stesso cornicione (a circa dieci metri di altezza), dove si era seduto prima di essere salvato il 31 maggio scorso, ed ha chiamato i Carabinieri. Erano da poco passate le ore 8:30. “Tranquilli non faccio niente” – ha detto ai militari che si sono immediatamente recati sul posto. Invece, non appena ha sentito le sirene dei Vigili del Fuoco che arrivavano da Maglie, si è letteralmente appeso al cornicione reggendosi con le mani. I caschi rossi lo hanno visto inarcarsi, come a voler prendere lo slancio, e poi precipitare giù sul marciapiede. Probabilmente ha toccato terra prima con la gamba destra (aveva una frattura esposta) e poi ha sbattuto violentemente con la nuca sull’asfalto. Quando, dopo dieci minuti (un tempo che sembrava non passare mai) l’ambulanza del 118 di Galatina è arrivata per soccorrerlo, respirava ancora ma era già in coma. I sanitari hanno fatto tutte le manovre necessarie per stabilizzarlo e poi sono partiti a sirene spiegate verso l’ospedale “Vito Fazzi”. Due ore dopo il suo cuore non ha retto e si è fermato mentre, nel reparto di rianimazione, tentavano tutto il possibile per salvarlo. Intanto i Carabinieri della Stazione di Galatina, diretti dal maresciallo Riccardo Musardo, con la collaborazione degli uomini della Polizia di Stato e dei Vigili urbani procedevano alla ricostruzione dell’accaduto ed effettuavano tutti i rilievi. Il magistrato di turno ha ordinato l’ispezione cadaverica.
L’ex-ufficiale della Marina era nato a San Giuseppe di San Marzano, in provincia di Taranto, 67 anni fa ed era in pensione. A Galatina si era trasferito nel 2005, per stare con l’attuale compagna, di dieci anni più giovane di lui, dopo essersi separato dalla moglie, da cui aveva avuto una figlia. Per qualche anno aveva gestito un bar a Lecce.
“Era un uomo buono e generoso” –dice un vicino di casa che non sa darsi pace- “lo avevo visto ieri sera. Sembrava stordito”. Salvatore Massaro era stato dimesso lunedì dal reparto di psichiatria del “Santa Caterina Novella”.
Qui la cronaca del 30 maggio
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