Temporale di Primavera

Ci colse di sorpresa, all’improvviso, un attimo prima il sole che  “pizzicava” e  un attimo dopo pioggia a non finire.  Per ripararmi entrai in un portone e da lì guardavo fuori quei goccioloni d’acqua che sbattevano sul basolato appena rifatto. Neanche un minuto ed entrò di corsa un ragazzo della mia età che conoscevo di vista, quasi tutto bagnato . – E’ la primavera – gli faccio – un  po’ di sole e un po’ di pioggia -. – Giusto – rispose lui togliendosi il giubbotto bagnato.   Ancora un po’ e in quel portone entrò una vecchietta – Sono uscita a comprare le mele – ci fa – ma forse ho sbagliato il momento –.  Un altro po’ e arriva un signore di mezza età con la sua bici – spero che spiova, vado in posta a pagare la rata -.  A gran velocità si infilò in quel cortile una giovane mamma e nei discorsi che seguirono ci disse che doveva andare a prendere la sua bimba da scuola, ma che prima sarebbe andata un po’ in giro per il centro del paese. Per ultima una signora con l’ombrello rivoltato,  andava a fare un po’ di spesa, passava dalla macelleria a comprare un “pollo”.
Quel temporale durò quasi un’ora e in quell’ora ci parlammo, ci raccontammo. Senza che nessuno lo  avesse chiesto, ognuno raccontò il motivo per cui era uscito, quello che doveva fare. Parlammo un po’ di tutto, facemmo amicizia, ci presentammo.  Il sole tornò a splendere e il tempo non fece più scherzi. Non scendeva più neanche una goccia d’acqua quando ci salutammo e ci augurammo una buona giornata.
C’eravamo incontrati per caso, per combinazione,
per un temporale  di stagione,
c’eravamo conosciuti un po’,  salutati dopo un po’
.
Una madre premurosa, un’anziana spiritosa,
un ragazzo preoccupato, ed un padre trascurato
.
Uscimmo insieme  ma dopo qualche passo prendemmo strade diverse. Intanto un arcobaleno si era stagliato nel cielo illuminandolo con tutti i suoi colori.
Mezz’ora di pace e di pioggia, a guardare il cielo, ad aspettare il sereno,
e intanto chiacchierare in un portone, in attesa che passasse l’ acquazzone
.
Erano quasi le due del pomeriggio quando entrai in casa dopo aver consegnato quella “domanda” al comune. Mi tornarono in mente tutte le persone che insieme a me si erano riparate in quel portone.   A quest’ora quella mamma avrà preso il suo bimbo da scuola, la vecchietta avrà comprato le sue mele, quel signore avrà pagato la sua rata, quel ragazzo sarà sul treno per andare al lavoro, quell’altra signora avrà già mangiato il suo pollo.
Ed io intanto che pensavo, accesi la stufa, avvicinai una sedia e lì appesi pantaloni e giubbino che un automobilista frettoloso aveva spruzzato d’acqua prendendo di corsa una pozzanghera a quattro passi da casa mia.     

Martedì, 18 Febbraio, 2014 - 00:04