"Tap, una singolare polemica per il nostro sostegno alla Festa dei Santi Pietro e Paolo di Galatina"
Si è aperta negli ultimi giorni una singolare polemica sulla scelta di Tap di sostenere concretamente sagre, eventi e appuntamenti dell’estate salentina, a partire dalla Festa dei Santi Pietro e Paolo di Galatina. Si accusa Tap di voler “comprare“ il consenso di cittadini evidentemente ritenuti creduloni e manipolabili (come lasciano intendere certi accenni alle “vecchiette che vanno in chiesa“ o ai „pischelli“ che affollano i concerti estivi) e gli organizzatori di “vendere” addirittura l’anima del Salento. Vorrei ribadire in primo luogo che Tap, che è in Salento ormai da più di cinque anni, si sente una parte viva di questo territorio, ispirandosi tanto ai principi della responsabilità sociale d’impresa quanto allo stringente codice etico che ci siamo dati.
Tap, in questi tempi nei quali la crisi apre un solco tra la necessità di dare continuità e sviluppo alle politiche di sostegno alla vocazione turistica e le disponibilità concrete di enti pubblici e sponsor tradizionali, sta rispondendo a richieste che arrivano dal territorio e continuerà a farlo con chiunque ci cercherà per sostenere l’economia locale con i fatti. I nostri oppositori, a parte spaventare i turisti con la loro comunicazione falsa e martellante, cosa hanno fatto di concreto, per aiutare il territorio?
I cittadini di Melendugno, per esempio, che vantaggio hanno tratto dal fuoco di sbarramento opposto ad ogni disponibilità di Tap a sostenere l’economia turistica del loro paese, che si trattasse di aiuti alla difesa della costa da erosione e crolli o della promozione di servizi per i visitatori?
Infine alcune riflessioni più generali: è davvero curioso che mentre l’Europa e il mondo discutono di sicurezza energetica, di tensioni tra Russia e Ucraina, di pericoli di approvvigionamento nei prossimi mesi, qui da da noi in Salento ci sia chi continua a minimizzare la cosa, come se si potesse vivere senza energia e come se l’Italia si possa permettere il lusso di dipendere dalle scelte politiche di altri Paesi. E infatti il Corridoio Sud del Gas sarà in ogni caso aperto. Se Tap non avrà il suo terminale nel Salento, saranno altri paesi a farsi avanti per ospitarlo. Se questo dovesse accadere (e noi siamo impegnati al massimo delle nostre capacità perché questo non accada) saranno i nostrani oppositori di Tap a dover spiegare pubblicamente ai salentini i perché della perdita di alcune centinaia di milioni di euro di investimenti e di centinaia di posti di lavoro durante le fasi di costruzione e, infine, di rilevanti opportunità di investimenti a sostegno del territorio.
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