Sulla strada della croce nella Basilica di Santa Caterina D’Alessandria

A volte le parole non bastano. A volte stare semplicemente seduti intenti ad ascoltare il narrare la storia della morte di croce di Gesù non basta. Seguire con gli occhi il volto di colui che di lì a poco sarà crocifisso, sentire le sue urla di dolore quando viene inchiodato alla croce, mentre il pianto straziante di una madre che vede morire ingiustamente il proprio figlio rompe il silenzio. Solo in questo modo si riesce a percepire la sofferenza di quell’Uomo che “umiliò se stesso, come servo apparve, obbediente fino alla morte per noi, fino alla morte di croce” (cit).
Ad ogni stazione le voci fuori campo del narratore aiutano a fare entrare la sofferenza di Cristo nella nostra vita con intensi momenti di meditazione.
E nelle arcate maestose della Basilica, tra una stazione e l’altra, riecheggia la voce del parroco Frate Rocco che insieme al suo coro intonano i canti che accompagnano la passione, con il sottofondo musicale dell’organo e del violino.
Il momento più intenso della Via Crucis nella Basilica è quello in cui Gesù è crocifisso e in meditato silenzio si ascolta il canto in cui affida il suo spirito nelle mani del Padre, interpretato dalla sola voce di Frate Rocco scandita dal suono della chitarra e della tromba.
E’ vero le parole non bastano.
Questa descrizione è niente in confronto alla forte emozione che si prova nel vedere come tanti ragazzi, spinti da una grande forza interiore, interpretano con passione e naturalezza la straziante strada verso la croce di Gesù.

Mercoledì, 23 Marzo, 2016 - 00:05

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