"Striscia la notizia", smentite a tutto campo della Asl Lecce
I “servizi” di Striscia La Notizia hanno suscitato un certo clamore mediatico che richiede opportuni chiarimenti e una corretta e completa informazione a beneficio dell’opinione pubblica. La ASL Lecce ha già provveduto ad inviare formale richiesta di rettifica, ai sensi dell'articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, e successive modificazioni, per il servizio dal titolo “Poliambulatorio da curare”, andato in onda il 18 aprile 2019 e pubblicato anche sul sito web www.striscialanotizia.mediaset.it.
Si riporta integralmente il testo della rettifica inviata il 20 aprile scorso, ad oggi rimasta senza alcun riscontro da parte della trasmissione Mediaset.
«Contrariamente a quanto sostenuto nel servizio e cioè “che quando i lavori non rispettano i tempi di scadenza il finanziamento non viene dato”, è opportuno chiarire che a chiusura del Programma Operativo FESR 2007-2013 è stata omologata la spesa di 3.295.415,94 euro ed è stata certificata nei termini previsti dalla ammissibilità della spesa la somma di 3.252.724,25 euro: si tratta, com’è del tutto evidente, di denaro effettivamente e regolarmente introitato dall’azienda sanitaria, per cui non risponde al vero l’affermazione secondo cui “risulta che sono opere finanziate dal bilancio dell’azienda sanitaria”.
La risonanza magnetica articolare è stata acquistata con fondi FESR 2014-2020 (cioè con una scheda progettuale diversa rispetto a quella usata per la realizzazione della nuova ala del Poliambulatorio) su piattaforma Consip e non è ancora installata. I ritardi accumulati sono dovuti alla circostanza che l’acquisto su Consip non contemplava anche i lavori edili ancillari e l’installazione con gabbia di Faraday, motivo per il quale gli ambienti sono stati lasciati allo stato grezzo (anche per non fare i lavori due volte).
Il 28 dicembre 2018 sono stati approvati gli atti di gara, la cui procedura è stata bandita su piattaforma Empulia: un iter che, va da sé, ha tempi più lunghi rispetto all’affidamento diretto, ritenuto però inopportuno. I lavori sono stati aggiudicati con delibera del 15 aprile 2019, per cui a stretto giro si potrà procedere con l’installazione e, al netto dei tempi tecnici necessari, con l’entrata in funzione. Non risponde al vero, come affermato ancora nel servizio, che “ci sono problemi relativi all’agibilità...”, “...sia per il plesso nuovo sia per quello vecchio...”.
Del resto, il 24 maggio 2017 è stata presentata al Comune di Martano la Segnalazione Certificata di Agibilità parziale, escludendo proprio l’area destinata alla risonanza magnetica. Appare fuorviante, peraltro, mostrare ai telespettatori un parere dei vigili del fuoco in cui si rileva la non totale conformità del poliambulatorio, senza render conto del successivo nulla osta di prevenzione incendi rilasciato dallo stesso Comando provinciale dei VV.F. il 15 giugno 2018 in virtù degli adeguamenti richiesti e realizzati.
Per quanto riguarda le infiltrazioni di acqua piovana attraverso alcuni infissi, si fa presente che le immagini mostrate sono alquanto datate, risalendo probabilmente al marzo 2018 (come da articoli pubblicati su testate web), e che tale disfunzione è stata fermamente contestata alla ditta appaltatrice la quale, dopo formale diffida da parte dell’azienda sanitaria, ha provveduto nell’ottobre 2018 e a sue spese al ripristino e sigillatura interna ed esterna di tutti gli infissi della struttura. Successivamente, risolte queste criticità, è stata possibile riavviare la procedura di collaudo tecnico-amministrativo, tutt’ora in corso, dando formale indicazione al collaudatore incaricato. Non è superfluo sottolineare che il certificato di collaudo statico è stato già emesso il 16 gennaio 2017 e trasmesso agli organi competenti.
E’ poi oltremodo opportuno, per non creare allarmismi rispetto alla fruizione del nuovo Poliambulatorio, evidenziare che la “scala metallica interrotta” non è a servizio dell’intero edificio, in quanto la struttura nel suo sviluppo complessivo non necessita di questa ulteriore via di fuga antincendio. Il Poliambulatorio, infatti, è dotato di ben due scale interne con struttura in cemento armato del tipo protetto, cioè adeguatamente compartimentate da un punto di vista antincendio, e dotato di tutte le porte di accesso che dagli atri delle stesse scale immettono nei vari servizi, di porte taglia-fuoco collegate direttamente ad un sistema di rilevazione incendi centralizzato. La scala metallica, in realtà, è ad uso del piano primo ala Sud, in quanto la sala riunioni ivi collocata può ospitare fino a circa 70/80 posti, per cui questa scala è necessaria come via di fuga aggiuntiva. Come pure l'archivio al piano terra, ubicato direttamente sotto la stessa sala riunioni per rispondere a criteri antincendio, a cui si accede esclusivamente dall’esterno tramite un ballatoio esterno dotato di opportuna scala antincendio ad uso esclusivo. Tutto ciò nel rispetto della normativa antincendio e per non gravare sulle scale compartimentate principali. Il piano secondo, invece, ha una destinazione d'uso per servizi amministrativi e i percorsi per le vie di esodo non necessitano della scala in ferro esterna. A conferma di ciò, sul lato opposto (lato Nord) e sempre sul piano secondo, vi è l’ufficio Vaccinazioni e anche qui, in modo speculare, non è presente una scala esterna, non essendo la stessa necessaria. Del resto, non risulta che i Vigili del Fuoco abbiano contestato alcun problema in merito.
Infine, per quanto riguarda l’entrata in funzione del Poliambulatorio, eccezion fatta per la risonanza in fase di installazione e il Centro Dialisi per cui è stato richiesto l’accreditamento alla Regione Puglia, è necessario chiarire che esso è già attivo da diverso tempo. In particolare, sono operativi i seguenti servizi: Mammografia ed Ecografia senologica, Laboratorio analisi, Consultorio familiare, Radiologia tradizionale, Ufficio Vaccinazioni, Ufficio Veterinario, CUP e Commissioni Invalidi Civili, oltre a vari uffici amministrativi. La piastra specialistica ambulatoriale, in particolare, offre agli utenti ben 17 branche mediche diverse, per un totale di 51.475 prestazioni erogate nell’anno 2018 e circa 200 accessi giornalieri nel solo Poliambulatorio, oltre a 745 accessi giornalieri negli altri servizi». Non contenta e nonostante i chiarimenti già forniti, Striscia La Notizia è tornata alla carica con un nuovo servizio, stavolta intitolato “Mammografia a Lecce” e andato in onda nella puntata del 1° maggio 2019. Anche qui è necessario chiarire alcune informazioni errate veicolate, per le quali la ASL Lecce ha chiesto una nuova formale rettifica ai sensi di legge.
Nell’ultimo servizio, in particolare, viene sostenuto che “per la realizzazione di questo edificio (il Consultorio ospitato nell’ex Dispensario Tubercolare di Lecce, ndr) ad oggi sono stati impiegati oltre 12,5 milioni di euro di fondi europei”. In realtà si è speso molto meno: 624.004,70 mila euro (oltre Iva) per le opere di ristrutturazione dell’immobile, più 190mila euro per fornitura attrezzature sanitarie e arredi (con fondi Fesr 2007-2013) e, dopo l’abbandono del cantiere e il fallimento della ditta appaltatrice che ha comportato circa due anni di contenziosi, altri 211.200,58 euro oltre Iva (anticipati con fondi aziendali) per completare il piano rialzato della struttura. In totale poco più di 1 milione di euro: bastava chiedere all’ASL per saperlo. Il riferimento agli “oltre 12,5 milioni di euro”, che avrebbe meritato un minimo di verifica giornalistica anche da parte di un Tg satirico, evidentemente riecheggia l’importo originario della scheda del “Progetto Donna” (Fesr 2014-2020) che, tuttavia, con delibera 2599 del 23/11/2017 è stato rimodulato in 9 milioni e 350mila euro, con lo stralcio delle tecnologie (una Tac e due Gamma camera) per il potenziamento del Polo Oncologico di Lecce, confluite in una scheda ad hoc. Quel filone di finanziamento non c’entra nulla con i fondi spesi per ristrutturare l’ex Dispensario, mentre è servito per l’acquisto di ben nove mammografi digitali (più due con sistema mammotome), tutti installati e operativi, sostituendo così i vecchi apparecchi analogici e potenziando la rete nei Distretti sprovvisti o con mammografi non più attivi (ad esempio Martano, Campi, Poggiardo e Casarano). Un percorso molto più ampio dedicato alla prevenzione e cura delle patologie tumorali della sfera femminile attraverso l’ammodernamento e potenziamento della dotazione tecnologica delle strutture sanitarie di tutto il territorio salentino (non solo del Consultorio), compreso l’acquisto di una risonanza magnetica nucleare (555mila euro, più lavori di installazione) per la Cittadella della Salute di Lecce, e di altre tecnologie, tra cui spiccano settantasei (76) modernissimi ecografi. Lo spostamento del mammografo nella Radiologia del Poliambulatorio della vicina Cittadella della Salute, peraltro già avvenuto, è quindi l’esito finale dell’iter previsto dalla legge e effettuato sulla base di specifica richiesta da parte del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Brindisi incaricato dalla Regione Puglia per le procedure di accreditamento istituzionale, cui la ASL Lecce non può che attenersi, anche con riferimento ai tempi di svolgimento. Per l’utenza, evidentemente, cambia poco il luogo – peraltro a pochissimi metri di distanza - in cui si erogano ecografie e mammografie, in screening o senologia istituzionale.
Contano invece i risultati, molto diversi da quelli “raccontati” genericamente nel servizio di Striscia, in cui si parla di mammografi “utilizzati una volta alla settimana” oppure “esclusivamente per screening”, con un “ritardo sulle liste d’attesa” o “liste d’attesa che non è che sono brevissime”. Del tutto fuorviante, a supporto di queste “tesi”, è il proporre ai telespettatori la registrazione della risposta dell’operatrice del Cup Senologico omettendo di chiarire a quale richiesta di prestazione sia riferita, evidenziando quindi scorrettamente che “l’Oncologico è tutto pieno 2019 e 2020”, oppure che “per l’Ospedale vecchio siamo all’ottobre-novembre 2020”. Ed è destituita di qualsiasi fondamento anche l’affermazione secondo cui “questo potrebbe agevolare gli istituti privati rispetto a quelli pubblici”, posto che il privato accreditato con il Servizio Sanitario Regionale dispone di un tetto di spesa predeterminato e fisso per tutta la durata prevista, non subendo quindi alcuna variazione rispetto al funzionamento o meno del mammografo ASL. Sarebbe stato più corretto, tuttavia, far presente che la richiesta di prenotazione di una mammografia poteva riferirsi soltanto a prestazioni programmabili, cioè senza priorità, dato che quelle per screening vanno eseguite da protocollo ogni due anni e quelle per la senologia istituzionale ogni 18-24 mesi, salvo i casi di esito positivo che vengono incanalati in agende dedicate con attese brevissime, nell’ordine anche di uno-due giorni. Un “modello” condiviso, va ricordato, poiché felice sintesi del dialogo instaurato tra esperti, pazienti e associazionismo e tradotto nel progetto “Io Sono”.
L’attenzione della ASL Lecce per la salute delle donne, è opportuno chiarirlo, non si esaurisce nel Consultorio dell’ex Dispensario, come potrebbe superficialmente apparire dal servizio di Striscia la Notizia. L’azienda sanitaria, infatti, dispone di ben 11 centri (Gagliano del Capo, Casarano, Gallipoli, Poggiardo, Maglie-Galatina, Nardò, Copertino, Martano, Lecce – Cittadella della Salute e Polo Oncologico - e Campi Salentina) che offrono tutte queste prestazioni in 38 sedute settimanali (21 per screening e 17 per senologia, in allegato il report con sedi, sedute e orari) e in tempi comunque molto ridotti per la prima disponibilità (in allegato il report stilato stamattina 2 maggio). Tutto ciò sempre che la paziente non voglia scegliere un determinato centro in cui fare l’esame oppure un medico specifico, poiché ciò comporta inevitabilmente l’allungamento dell’attesa: ma questo non è imputabile all’azienda sanitaria, che è tenuta ad assicurare la prestazione. Nel servizio televisivo si parla di segnalazioni, “coincidenze” e si fanno passare per buone ipotesi suggestive, ignorando però fatti, cifre e documenti che la ASL, come successo quando richiesto, avrebbe prontamente fornito. Invece, si preferiscono le scorciatoie del sensazionalismo e delle notizie non verificate - e men che meno delle fonti - che hanno l’unico effetto di generare nell’opinione pubblica una distorta rappresentazione della realtà e un senso di sfiducia che, soprattutto nei social media, sfocia velocemente e gratuitamente nella denigrazione della Sanità Pubblica. Con quali fini e a beneficio di chi, se non per l’audience, non è dato sapere.
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