Storie che si intrecciano

Riaperta la sala mostra del Liceo Artistico 'Gioacchino Toma'. Anche grazie a quel museo Galatina, l'1 luglio 2004, divenne 'città d'arte'

“Si può dire che la storia sociale di Galatina è intrecciata con quella dell’Istituto d’Arte Gioacchino Toma. Gli allievi di questa scuola sono diventati gli artigiani e gli imprenditori che hanno, poi, operato sul territorio.” Il Sindaco Cosimo Montagna ha appena tagliato il nastro della riaperta Sala Mostra dell’attuale Liceo Artistico. “Ci è costata molte fatiche ma l’abbiamo fortemente voluta” –spiega Maria Rita Meleleo, dirigente dell’ IISS ‘P. Colonna’ a cui il ‘Toma’ è annesso, mentre ringrazia tutti coloro che hanno collaborato all’opera.
“Se Galatina è stata inserita nell’elenco delle città d’arte lo deve anche a questo nostro ‘museo’ –ricorda Vincenza Fortuzzi, docente di Storia dell’Arte, presente nell’Istituto fin dal 1988- ed è la Regione Puglia a definirla tale nella determinazione n. 733 dell’1 luglio 2004”.
Nell’ampia e lunga sala mostra, le cui vetrine si aprono su via Martinez, sono contenute le opere che gli allievi  hanno realizzato nel corso dei quasi 120 anni di storia dell’Istituto (il primo anno scolastico è stato il 1896-97). Fu il direttore Mario Serra a volerla nel 1985. Le moltissime, pregevoli realizzazioni presenti appartengono sia ad artisti divenuti, poi, famosi  (De Cubertinis, D’Andrea) sia a studenti che, comunque, con la loro maestria, hanno lasciato testimonianze tangibili di ciò che in quei luoghi riuscivano ad imparare.
“Siamo oggi un Liceo ma ci mancano i laboratori di allora –dice con nostalgia, Corrado Cazzato, architetto e docente. Quando sono arrivato qui c’erano i ‘maestri d’arte’ e gli allievi toccavano con mano i materiali. Quella sala ne è la testimonianza”.
Alcuni vecchi ‘maestri’ sono presenti nella rinnovata aula magna della scuola. Ricevono un lungo applauso e salutano con commozione.
Domenica Specchia, docente di storia dell’arte, illustra, i pregi storico-artistici degli oggetti contenuti nella sala-mostra e ricorda che, racchiusa in una teca, è possibile anche osservare una tavolozza di “Gioacchino Toma”.
L’auspicio di tutti è che questo museo riaperto divenga presto fruibile dalla città e dai turisti. “Come si fece per il centenario potrebbero essere gli stessi studenti a fare da guida” –suggerisce Vincenza Fortuzzi. Si realizzerebbe così una forma originale di quella alternanza scuola-lavoro a cui aveva fatto cenno Antonio Del Vino, capo di gabinetto del Presidente della Provincia, portando il saluto di Antonio Gabellone.
Un video realizzato dagli studenti, sotto la guida di Andrea Cappello, docente di storia dell’arte, ha fatto, ieri, riflettere sugli eterni valori della pace e della libertà.
La serata era stata aperta dall’inno di Mameli eseguito dal Coretto di Unisalento e viene chiusa da un piccolo concerto natalizio dello stesso gruppo diretto da Francesca Zacheo.

Domenica, 20 Dicembre, 2015 - 00:07

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