Sostegno psicologico alle famiglie dei donatori di organi

Sono 6 le donazioni multiorgano effettuate dall'inizio dell'anno sul territorio leccese a testimoniare che sta crescendo la sensibilità su questo tema. Sono quasi 140.000 le persone raggiunte dal post sulla pagina facebook Azienda Sanitaria Locale Lecce che parlava dell'ultima donazione avvenuta il 6 giugno u.s. E sono proprio i commenti su facebook che hanno fatto riflettere su una necessità: una giovane mamma, seguita da altri, ha rappresentato il senso di abbandono e solitudine successivo al momento in cui si è dato il consenso alla donazione e l'accorato appello alla necessità di un supporto nel periodo successivo alla morte del proprio congiunto.
“Abbiamo ritenuto questa richiesta fra le priorità. Ci siamo subito allertati -dichiara il direttore generale Silvana Melli- per  garantire il sostegno psicologico alle famiglie dei donatori di organi, sia nella fase della comunicazione del tragico evento  e  della proposta di acconsentire al prelievo, sia per un periodo di tempo successivo alla donazione. Nelle more di costruire una rete territoriale di psicologi -continua Melli- al momento i parenti dei donatori che ritengono di avvalersi di questa attività,  possono rivolgersi al Servizio di Psicologia ospedaliera del Vito Fazzi di Lecce -responsabile il dott. G.Luigi Palma. L'accesso è diretto, basta telefonare al numero  0832-661083, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.”

La legge 91 del 1999 prevede la possibilità di esprimere in vita il consenso alla donazione, tuttavia in mancanza della scelta personale, la decisione della donazione viene presa dai familiari che spesso vivono la difficoltà nell’accettare una morte improvvisa, la paura, il sospetto, il conflitto decisionale, la vulnerabilità, il senso di rispetto verso il donatore.
Sono tutti temi ben conosciuti che evidenziano alcune significative criticità. La morte di un potenziale donatore di organi si connota come un evento drammatico proprio in quanto molto spesso i donatori sono persone giovani ed in buona salute che perdono la vita per cause traumatiche ed  improvvise. L’accettazione della morte improvvisa costituisce spesso una delle maggiori resistenze alla donazione.
La donazione può essere considerata come un gesto di altruismo, oppure un obbligo morale. In entrambi i casi la donazione può aiutare a superare il dolore per la morte di un familiare. Sensazioni di paura e sospetto, vengono riferite a possibili interessi economici o a sfiducia negli operatori sanitari. Ne deriva un conflitto decisionale che possono derivare da dissonanze interne al contesto familiare, il desiderio di conservarne l’integrità corporea, pressioni emotive ed anche credenze religiose.

Martedì, 21 Giugno, 2016 - 00:04