Solo per quella sera

Erano in 10 su quella macchina che mi raggiunse pochi minuti prima di mezzanotte. Ma, cominciamo dall’inizio.  Per una serie di strane coincidenze che si erano intrecciate e combinate, non trascorrevo la sera del capodanno con i soliti amici, con la comitiva di sempre. Eravamo affiatati e affezionati, ma quella sera non la passavamo insieme, avevamo però promesso di sentirci a mezzanotte in punto. Io a quell’ora mi sarei trovato con cugini e cugine, tra zii, nonni e nipoti, genitori e sorelle.  In fondo mi faceva un gran piacere rivederci e ritrovarci soprattutto con alcuni parenti che vedevo raramente. Dolorosamente e per quella sera le strade si dividevano, ma avevamo fatto un patto: SOLO PER QUELLA SERA.  Galeotta fu la lancetta della benzina che segnava un mezzo pieno che non c’era, rimasi a secco a metà strada. Con un po’ di fortuna, riuscii a parcheggiare la macchina “singhiozzante” in una piazzola di sosta. Una piazzola di sosta che dava su un uliveto e da dove si intravedeva il mare illuminato da una splendida luna.     
Un giro di telefonate per avvertire che per “problemi tecnici” non sarei stato presente e una sola per chiedere “aiuto” ad un amico del mio solito gruppo.   Ormai la serata era andata così, al mio amico avevo raccomandato di fare con calma, non volevo rovinare anche la sua serata. Qualche minuto prima di mezzanotte, vidi una macchina lampeggiare e parcheggiare, era il mio amico e non aveva neanche fatto tardi. Ad uno ad uno vidi scendere dalla macchina tutti gli amici di sempre. Fu una gioia. Erano in 10 su quella macchina, erano tutti ed io non finivo più di ringraziarli e scusarmi. La radio era già accesa, il volume già alto, fecero in tempo a scendere spumante e panettoni e tutti insieme cominciammo il conto alla rovescia. Il primo tappo partì a mezzanotte in punto, gli altri si susseguirono a breve distanza. E poi brindisi a non finire, a farci gli auguri sotto le stelle e con una  luna che sembrava divertirsi da morire. Assistemmo ai fuochi d’artificio che da un paese vicino salivano sino al cielo limpido e si aprivano in 1000 colori. Qualcuno accennò qualche passo di danza  tra i prolungati suoni di clacson dei passanti incuriositi che salutavano.
Non fu facile svuotare la tanica di benzina nel serbatoio e non fu facile neanche abbandonare quel posto che ad un tratto s’era trasformato nel posto più allegro e felice del mondo. Entrammo in paese che erano appena passate le tre, mentre fiocchi di neve coprivano lentamente ogni cosa.   Ci augurammo 1000 volte buon anno e altrettante volte buona notte.   Ci misi del tempo a prender sonno, ogni tanto mi alzavo e guardavo dalla finestra se ancora nevicava. Di neve ne fece quanto bastava a imbiancare la città per il solo giorno di capodanno.   
E’ passato tantissimo tempo da quell’anno, ma neanche un anno senza il ricordo di quella volta. Con gli amici di allora ci siamo persi e oramai cominciano a sentirsi addosso tutti  i segni del tempo che passa. Ci mandiamo soltanto gli auguri, il più delle volte con un “gelido” messaggio.  Ma l’altra sera, quando ormai mancavano pochi minuti all’arrivo del nuovo anno, ho ricevuto un messaggio bellissimo, diceva così: - Se mai ti capitasse di restare ancora senza benzina, chiamami. Ci sarò sempre. Buon anno.
Fuori la città era in festa, in casa lo spumante arrivava da tutte le parti, confondendosi con qualche timida lacrima che m’era scesa all’improvviso.

Domenica, 20 Gennaio, 2013 - 20:31