Sleddog, "Un secondo posto al campionato mondiale che ha il sapore della vittoria"

Gianni Sabella, grande atleta galatinese, racconta la sua splendida gara ad Auronzo di Cadore. "Ringrazio i miei famigliari ed i miei fantastici amici a quattro zampe"

Ecco, ancora una volta, mi trovo a meditare sulla stagione appena conclusa. Un misto di gioia e tristezza mi prende. Gioia per essere riuscito, nonostante tutto, a raggiungere risultati insperati ad inizio stagione, tristezza perche un’altra stagione è giunta al termine. Ci sono risultati che danno più gioia e soddisfazione di altri ed è proprio quello che è successo  a me quest’anno. Per vari motivi  (gare annullate, difficoltà economiche ecc..) non ho potuto prender parte a nessuna gara su neve mentre mi sono dovuto “accontentare” delle nevi calabresi recandomi quasi ogni fine settimana in Sila, Loc. Carlomagno, dove gli amici della Cooperativa San Giovannese mi hanno messo a disposizione le piste battute di sci di fondo ed io ho ricambiato mettendo a disposizione dei clienti del rifugio di Carlomagno i miei cani più anziani e le mie attrezzature per far provare loro l’ebbrezza di andare in slitta.
Dopo l’unica gara svolta in quel di Gattinara valevole per il campionato Italiano di sleddog su terra dove mi sono piazzato al secondo posto nella categoria Kart 4 cani mentre il mio amico Luca Stefanelli di Taurisano si è laureato campione Italiano nella categoria Bike 2 cani, abbiamo visto annullare le poche gare su neve dove ci eravamo iscritti (Campo Felice, Austria e Auronzo di Cadore inglobata nel mondiale) motivo per cui ci siamo presentati ai Mondiali FISTC di Auronzo di Cadore (dal 13 al 15 febbraio 2015) con poche velleità di successo ma con la speranza di aver raggiunto con i nostri amici a 4 zampe una preparazione almeno sufficiente per non sfigurare in una competizione così importante.
A rendere ancora più imprevedibile la condizione del mio team, aveva inciso un infortunio al mio “pazzo” Otto, che mi aveva costretto a tenerlo a riposo per tutto il mese di gennaio. Solo le poche uscite di febbraio mi avevano convinto ad utilizzarlo ritenendolo pienamente recuperato ma con una preparazione approssimativa. Il giorno antecedente la gara, ci è stata data la possibilità di visionare il percorso con i cani (in genere questa possibilità non viene data) motivo per cui io (con Jimmy e Inuvik) ed il mio amico Luca (con Athos e Magy) abbiamo deciso di percorrere tutti gli 8,5 km in dogtrekking.
Il dogtrekking è diventato subito una corsa sulla neve che, devo dire, ha messo a dura prova le nostre condizioni atletiche mentre per i cani è risultata una piacevole sgranchita dopo il lungo viaggio del giorno prima. Il percorso mi era piaciuto fin da subito. Avevo già svolto altre gare su quella pista, ed anche se modificata nella prima parte, era sempre uno spettacolo. Un po’ più lenta nella prima parte anche perché in leggera salita, molto più veloce nella seconda parte nel bosco tecnica ed in leggera discesa. Non presentava grosse difficoltà ma essendo una pista abbastanza veloce, non bisognava sbagliare le curve da fare a grande velocità per impedire che i cani perdessero il ritmo.
Ne avevo parlato anche con Luca cercando di dargli dei suggerimenti in quanto lui alle prime esperienze sulla neve e voglioso di conoscere qualche piccolo segreto che potesse tornargli utile in gara. Un dubbio che mi assillava era se i miei cani, senza nessuna gara stagionale, fossero stati in grado di reggere i tre giorni del mondiale che, con ogni probabilità, avrebbero dovuto percorrere a grande velocità proprio per le caratteristiche del percorso.
Il primo giorno di gara, la start list mi vedeva partente alle 13,07 dopo, cioè, il passaggio dei team più lunghi. Sapevo che avrei trovato la pista un po’ rovinata, ma la temperatura rigida ne avrebbe tutelato il trail. In effetti i cani si sono dimostrati all’altezza hanno percorso in maniera sufficientemente veloce la prima parte più lenta mentre, una volta aiutati a superare l’unica impegnativa salita, sono partiti a “palla” e l’unica mia preoccupazione è risultata la guida della slitta e la gestione dei sorpassi che possono sempre riservare qualche problema.
All’arrivo, a prescindere dal risultato e dalla mia posizione in classifica, ero molto soddisfatto. Era andato tutto bene e senza grosse difficoltà, forse avrei potuto aiutare di più i miei amici.
Luca nella categoria 2 cani all’arrivo sembrava non soddisfatto in quanto Magy era risultata poco motivata.
La sera, con grande meraviglia, ho verificato dalla start list per il giorno successivo che ero 3° a 14” dal forte francese mentre il miglior tempo se l’era aggiudicato un austriaco con circa 35” di vantaggio.
Ho cercato di ripercorrere mentalmente il tracciato per cercare di capire in quale punto avrei potuto aiutare il team per cercare di recuperare il gap che non mi sembrava eccessivo quantomeno rispetto al 2° posto.
Il 2° giorno ho cercato di fare il possibile nella prima parte del percorso e ad ogni rallentamento cercavo di aiutarli per non far perdere il ritmo. Ho dovuto anche effettuare alcuni sorpassi che, per fortuna, non mi hanno creato grossi problemi. Anche all’arrivo del 2° giorno ero stanco ma soddisfatto, alcuni mi comunicavano che forse ero riuscito a recuperare il margine di svantaggio che avevo con il francese. L’attesa per conoscere i tempi ufficiali cresceva. Dopo aver rifocillato i cani ed aver constatato con soddisfazione che tutti avevano consumato il pranzo, per stemperare la tensione ci siamo recati a Cortina per una passeggiata e per staccare un po’ la spina.
La sera abbiamo appreso che ero riuscito a rimontare ed addirittura piazzarmi davanti al francese di 8 decimi. Luca purtroppo aveva avuto ancora problemi con la femmina e aveva deciso di non effettuare al terza manche. Partire secondo con un vantaggio di soli 8 decimi sul francese mi rendeva nervoso. La partenza avveniva a solo un minuto uno dall’altro e sapevo che poteva essere molto pericoloso se i suoi cani avessero visto i miei perché si sarebbe scatenato l’effetto “lepre”. Sapevo anche che la parte più difficile sarebbe stata come al solito la prima perché priva di alberi, ma sapevo anche che se non mi avesse preso nella prima parte, nel bosco non avrei dovuto avere problemi in quanto ritenevo il mio team molto veloce. Ho corso come un pazzo, la neve caduta la notte e durante la mattinata avevano reso la pista molto più lenta dei due giorni precedenti. Mi sembrava di essere tremendamente lento e in tante occasioni mi sono girato per vedere se il francese mi fosse vicino, ma per fortuna la pista doveva essere tremendamente lenta anche per lui.
Dopo il solito aiuto sulla salita che immetteva nel bosco, i cani finalmente hanno ripreso velocità. Per un momento avevo creduto che non avessero più le necessarie forze per portami a podio e invece…..Al comando di incitamento dopo la salita, i cani sono ripartiti a mille, anche la giovanissima Sister alla prima gara ufficiale su neve, mi ha sorpreso positivamente. Sempre pronta a ripartire e vogliosa di dimostrare che non era da meno dei maschi più esperti, ha fatto la sua parte egregiamente. Quando sono giunto all’arrivo, ho ricevuto i complimenti di tutti gli amici italiani e con grande meraviglia ho visto che avevo ottenuto il miglior tempo di manche battendo l’austriaco di circa 20” ma non sufficienti a recuperare il ritardo accumulato nelle prime due giornate. Con trepidazione ho atteso l’arrivo del francese ma quando ho visto che il minuto di partenza era stato superato ho tirato un grande sospiro di sollievo e mi sono persino emozionato.
Come dicevo ci sono vittorie o risultati più belli di altri e questo secondo posto ai mondiali, coincisi anche con il titolo di Campione Italiano, hanno un sapore particolare perché ottenuto in maniera inaspettata e senza nemmeno una gara ufficiale disputata.
Ora è bello ricevere gli attestati di stima da parte di tutti, i complimenti, le interviste ma so, perché capitato nelle passate stagioni, che spenti i riflettori, tutto tornerà come prima e sarebbe bello che qualcuno si ricordasse del sottoscritto anche prima che dell’ottenimento di risultati così importanti, in modo da poter preparare al meglio la stagione e non essere costretto a compiere i “soliti” miracoli sportivi.
Comunque un grazie a tutti ma soprattutto un grazie ai miei familiari e a loro i veri protagonisti, i miei fantastici amici a 4 zampe. 

Lunedì, 23 Febbraio, 2015 - 00:06

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