Simulazione diplomatica, un giovane galatinese nell'Onu degli studenti in Canada

Gabriele Geusa racconta la sua formativa ed interessante esperienza

Ho 21 anni e frequento il secondo anno della facoltà di Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica presso l’Università del Salento. Nell’era del digitale, girovagando su Facebook tra i vari gruppi universitari, mi sono imbattuto in un post che promuoveva un progetto di simulazione diplomatica all’estero. L’ente portavoce di questo progetto è World Student Connection, un’associazione di volontari con la passione per la diplomazia che si occupa dell’organizzazione in toto del programma, per diverse destinazioni.
Lo scorso anno, nel periodo di novembre, le destinazioni possibili erano: Washington e Chicago, ormai mete fisse, e Banff, in Canada, in occasione del 150° anniversario di nascita del Paese. Al momento dell’adesione al progetto scelsi proprio quest’ultima meta.
Ma in cosa consiste la simulazione diplomatica?
Il MUN (Model United Nation) non è altro che una simulazione del lavoro che l’ONU porta avanti dal 1945 ad oggi, per prevenire catastrofi o per porvi rimedio e più in generale per rendere il nostro mondo migliore.
Prima della partenza, ad ogni università o, come nel nostro caso, associazione, sono attribuiti i Paesi e le rispettive commissioni da rappresentare, in modo tale da avere tempo a sufficienza per lo studio e l’approfondimento delle problematiche del Paese entro i parametri della commissione assegnata. Il nostro team, composto da 11 studenti italiani più tre tutor, era l’unica rappresentanza europea al “MUN Canada 2017”.
India e Swaziland sono stati i due Paesi da rappresentare nelle seguenti commissioni: GA 1 (Assemblea Generale), UNEA (Assemblea per l’ambiente delle Nazioni Unite), ed ECOSOC  (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite). Compito di ogni commissione è quello di discutere, dialogare e trovare soluzioni a livello internazionale, le cosiddette resolutions, ai due topics, temi o argomenti, che vengono proposti. Il sottoscritto e Valentina Imperato, studentessa di Scienze Internazionali dello Sviluppo e della Cooperazione presso l’Università degli Studi di Torino, abbiamo quindi rappresentato la delegazione ufficiale per la Repubblica dell’India nella commissione UNEA.
Dopo dodici ore di viaggio per raggiungere Banff, cittadina situata nell’omonimo Parco Nazionale, (il terzo più antico al mondo dopo quello di Yellowstone, USA, e il Royal National Park, Australia), i primi due giorni sono stati dedicati a visite guidate e seminari legati alla cultura delle popolazioni indigene canadesi.
La simulazione diplomatica ha avuto luogo dal 21 al 24 novembre. Sono stati quattro giorni di intenso lavoro nei qualii  dibattiti in seduta di commissione si distribuivano nella giornata in tre sessioni, dalle ore 9:00 alle ore 22:30.
Dopo una cerimonia di inaugurazione, il dibattito del primo giorno si è incentrato sulla scelta del topic da trattare per primo. In seguito ad una serie di dibattiti formali ed informali, nei quali gli stati membri potevano confrontarsi tra loro ed esprimere le rispettive posizioni attraverso gli speech, i discorsi, la votazione finale ha promosso come primo argomento da trattare quello relativo alla protezione dell’ambiente nelle aree soggette a conflitti armati. Il giorno successivo si è passati al team building, ovvero alla formazione di diversi gruppi di lavoro: ogni stato membro, a seconda degli interessi, che potevano essere di carattere politico, economico, territoriale, ecc, cercava collaborazione con stati che avevano principi o interessi comuni. Costituita la squadra, la giornata trascorreva in un continuo alternarsi di dibattiti informali, nei quali i diversi gruppi lavoravano alla stesura dei possibili documenti finali,  le resolutions, e formali, costituiti per lo più da votazioni e speech.
Insieme al mio working group, composto dalle delegazioni di Brasile, Uruguay, Israele e di altri Paesi, abbiamo collaborato alla stesura di una resolution focalizzando il nostro interesse sulla prevenzione dei conflitti armati e sulla costruzione di un sistema di educazione che approfondisca la conoscenza dei rischi e delle minacce a cui è sottoposto il nostro ambiente a causa della presenza di armi nucleari.
Le Draft Resolutions, ovvero le bozze, proposte dai vari gruppi di lavoro venivano inviate al presidente di commissione per essere controllate e approvate come resolutions.
Terminato il lavoro con il primo topic si sarebbe passati all’analisi del secondo: Produzione e Consumo sostenibile. Purtroppo per problemi di tempo il secondo lavoro lo si riesce solo ad iniziare, senza giungere a termine.
L’esperienza della simulazione diplomatica è unica ma, ahimé, poco sentita in Italia e, più in generale, in Europa. In America e in Asia questa è una routine, un vero e proprio corso universitario di un semestre che si conclude proprio con questa simulazione. Perciò ci si imbatte nella loro preparazione, nella loro competitività, nella loro voglia di ottenere risultati e, sinceramente, noi italiani abbiamo avuto poche difficoltà a collaborare con loro, nonostante la nostra scarsa esperienza. Ciò mi ha fatto riflettere sul fatto che è un peccato che le nostre università non si muovano abbastanza in questa direzione, e che se lo facessero potrebbero dar vita a dei veri Global Leaders. Perciò un ringraziamento particolare va a quelle associazioni come WSC che si danno da fare e che spingono i giovani studenti in questa direzione, ma soprattutto che vedono in noi gli “Ambasciatori del Futuro”.

 

Venerdì, 5 Gennaio, 2018 - 00:07

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