"Siamo chiamati a unità, senza paura"
Care concittadine e cari concittadini, siamo chiamati a unità, oggi più che mai. E se questo significa sacrificio, sacrificio sia, purché di cuore. Ci sentiamo in gabbia, limitati in ciò che per noi costituisce un’abitudine e quindi un confort, una sicurezza. Ma di sicuro in questo momento c’è solo il buonsenso e non possiamo esimerci dal seguire i provvedimenti che il Governo, in accordo con le Regioni, ha preso per arginare il delicato problema coronavirus.
Stiamo scrivendo una pagina di storia difficile, riscoprendo di fatto noi stessi, le nostre convinzioni, le priorità e gli obiettivi. Ma in questa fase, in qualche modo rivoluzionaria, c’è qualcosa che non cambia perché non ha limiti di tempo né tanto meno spazi in cui essere valida o meno: rispettare gli altri. E per farlo non ci è richiesto di interpretare le regole, bensì di seguirle, pedissequamente. Stare a casa equivale a un atto d’amore. Stare a casa significa voler preservare se stessi e gli altri. Non abbandoniamoci allo scoramento. Lasciamoci andare alla cura dell’altro, anche se questo significa togliere qualcosa a noi.
Questo comporta concretamente una limitazione negli spostamenti, comporta la chiusura di alcune attività commerciali, lo stop delle attività didattiche. L’Italia è però diventata “zona protetta” perché davvero la situazione è delicata e dobbiamo coadiuvare i medici e gli infermieri nel loro complicato compito di assistenza a chi sta male e di contenimento del contagio. Ci ripetiamo da giorni che “andrà tutto bene” e ne sono convinto. Ma c’è bisogno della collaborazione di tutti, nella distanza fisica necessaria, ma nella vicinanza dello spirito inderogabile.
Siamo chiamati a unità, senza paura. Possiamo contare gli uni sugli altri, potete contare sulle Istituzioni, sulle Forze dell’Ordine, sulla Protezione Civile, su chi ogni giorno si sforza di lavorare per il bene comune. Ancora una volta vi chiedo pazienza e responsabilità. Non dobbiamo sottovalutare il problema, perché ci riguarda senza distinzioni. Ma, facendo ognuno la propria parte, ci rialzeremo presto con convinzioni più forti di comunità e riacquistando la serenità che oggi sentiamo perdere tra le dita. Allora, anche i consigli che vi sembrano ridicoli o di poco conto diventano fondamentali e le direttive assumono i contorni di un vademecum da cui non si può prescindere. Non smettiamo di credere nella nostra città, nel Salento e nell’Italia. Non smettiamo di credere che insieme si supererà.
Il Sindaco Marcello Amante
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