"Sedicidimarzo" svela la targa della Fulvia di via Fani
Carlo D'Adamo nel suo ultimo libro "COUP D'ETAT IN VIA FANI" a pag. 314 dedica il capitoletto 3.7 a quello che chiama: "Il depistaggio dell'agente Di Leva e la strana storia della sua Fulvia". Noi di questo personaggio e di questa storia abbiamo già diffusamente parlato qui e abbiamo poi ripreso la vicenda qui.
Riassumiamola in estrema sintesi. La mattina del 16 marzo l'agente Renato Di leva, in borghese e libero dal servizio, alla guida di una Lancia Fulvia Hf (vedi foto a fianco) datagli da un collega e da riconsegnare ad un amico di questi, si trova a transitare, poco dopo le 9:00 in via Stresa e si accoda alla prima volante giunta subito dopo i tragici fatti, offrendo collaborazione agli agenti. Parcheggiata alla meno peggio sul marciapiede l'auto, si dà da fare, cerca di soccorrere l'unico della scorta sopravvissuto, allontana i curiosi, identifica i testimoni, va sulla volante che farà da staffetta all'ambulanza che trasporterà l'agente moribondo al Gemelli e infine va in Questura a stendere la sua relazione di servizio (da cui abbiamo appunto appreso tutti i particolari) che verrà inviata in Procura il giorno dopo insieme ad altri 54 allegati. Verrà anche premiato 20 giorni dopo per lo "spirito di iniziativa dimostrato". Bene, nonostante quanto sopra, nessuno dei testimoni di quel giorno, agenti compresi, si ricorderà di lui (Imposimato chiede infatti agli altri poliziotti intervenuti - avendo evidentemente letto la sua relazione di servizio - se erano stati aiutati da un collega in borghese) e però nessun inquirente lo sentirà mai fino a quando nel 2015 verrà finalmente ascoltato dalla seconda Commissione Moro, prima dai collaboratori e poi in audizione pubblica nel 2016, dove precisa alcuni fatti ma cambia versione su altri. In audizione precisava appunto che l'auto era una Fulvia HF e che la parcheggiò in via Stresa, in vicinanza del tragico incrocio, salendo sul marciapiede. (N.B. L'auto è visibile sulla destra nei primissimi secondi - dal 51 al 59 - del filmato di Frajese, vedi foto a fianco). Non ricordava più , però, il nome di chi glie l'aveva data per riconsegnarla, il nome della persona a cui doveva riconsegnarla (nel verbale dell'epoca aveva scritto che apparteneva a tale Giovanni Parisi) in che zona si stesse dirigendo. Né tantomeno se l'auto la riconsegnò lui o se, avendo lasciato le chiavi nel cruscotto, se l'andò a riprendere il proprietario! Ne ha ben donde quindi D'Adamo, riferendosi all'auto di Di Leva, a parlare de "...la strana storia della sua Fulvia" scrivendo poi a pag. 315 del libro citato: " [...] [...] " Ecco, la prima parte l'abbiamo fatta noi. Già il 24 marzo 2016 avevamo isolato dei fotogrammi del filmato di Frajese (secondi 51-59) inviandoli a Gero Grassi sperando che appunto i tecnici a disposizione della Commissione volessero e potessero elaborarli per rendere più leggibile il numero della targa. Poi quest'anno un nostro iscritto, fotoreporter, si è offerto di rielaborare lui quei fotogrammi. Ed ecco quanto ottenuto, appunto, grazie all'opera dell'amico Pierdomenico Corte Ruggiero, che ringraziamo enormemente. Il risultato a noi sembra parlante... giudicate voi. Di seguito tre diverse elaborazioni di quei fotogrammi. Il responso sembra chiaro: Roma B38578 A questo punto ci uniamo a Carlo D'Adamo nel dire: " Ce lo dicano gli investigatori a chi apparteneva quell'auto".
http://www.sedicidimarzo.org/2018/09/svelata-da-noi-la-targa-della-fulvia-di.html
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