Secondo Arpa Puglia incenerire Combustibili Solidi Secondari nei cementifici è una scelta valida

"L’attività di co-incenerimento comporta limiti più restrittivi per le emissioni, se confrontati a quelli che gli stessi impianti sono tenuti a rispettare"

Nel sintesi non tecnica del Rapporto Ambientale definitivo, allegato al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani della Regione Puglia approvato dalla Giunta Regionale il 13 maggio 2013, e firmato da Giorgio Assennato, Massimo Blonda e Domenico Gramegna, a pagina 94 si legge: "Per il co-incenerimento del CSS in cementificio, il fattore di trasferimento in atmosfera è particolarmente alto per il mercurio rispetto agli altri metalli, oltre ad incrementi di piombo, cadmi o e rame, i primi due dei quali, in aggiunta al mercuri o, sono maggiormente tossici. Al contrario arsenico , cromo, nichel presentano decrementi. In riferimento alle emissioni di PCDD e PCDF, dall’analisi di letteratura non emerge una correlazione univoca e chiara riguardo alla relazione tra l’alimentazione d i CSS e la variazione nell’emissione, anche se divers i sono i fattori che sembrano influenzarla. Pertanto è auspicabile mantenere un approccio cautelativo, pur avendo riscontrato la presenza di diverse esperienze positive in merito alla diminuzione di tali emissioni, considerando la particolarità di ogn i impianto e di ogni ciclo produttivo. Le criticità e videnziate comportano la necessità di procedere ad una tutela dell’ambiente e della salute pubblica ch e contempli delle misure mirate su tali specifici fattori.
Per il co-incenerimento del CSS nella centrale elettrica la simulazione degli impatti locali condotta sulla base dei dati da letteratura mostra una decrescita per quelle specie chimiche riconducibili ai combustibili fossili (CO 2 , SO x , PM, Ni, V) e l’incremento significativo di NH 3 , HCl, Cr e, in misura minore, di Pb e CO, a causa della diversa composizio ne del combustibile e delle condizioni di combustione. Per il mercurio e le diossine, non si riscontrano degli incrementi, in quanto i fattori emissivi sono paragonabili.
Si evidenzia, infine, che l’attività di co-incenerimento comporta il rispetto di limiti più restrittivi per le emissioni (DLgs n.133/05), se confrontati a quelli che gli stessi impianti sono tenuti a rispettare (DL gs n.152/06). La normativa italiana sull’incenerimento e coincenerimento dei rifiuti, in attuazione della direttiva 2000/76/Ce, ha avuto l’obiettivo di definire un quadro organico ed omogeneo di riferimento per tutte le attività di trattamento termico dei rifiuti indipendentemente dal contenuto di sostanze pericolose con lo scopo di evitare o di limitare, p er quanto possibile, gli effetti negativi sull'ambi ente derivanti dall'incenerimento e dal coincenerimento dei rifiuti.
Non è da escludere, inoltre, la possibilità di prescrivere, in fase autorizzativa, la caratterizzazione ante e post operam delle matrici suolo, sottosuolo ed aria, ed eventualmente il campionamen to in continuo per le diossine ed i furani. Questa misura di controllo dell’impianto concorre a garant ire alla popolazione ed all’ambiente alti standard di protezione.
FASE TRANSITORIA - Conclusioni Dall’analisi degli impatti ambientali connessi alle due alternative previste nel periodo transitorio emergono le seguenti osservazioni. La prima alternativa comporta le maggiori emissioni da traffico veicolare, ma soprattutto non è in lin ea con i principi di gestione dei rifiuti. La seconda opzione consente un miglioramento nella qualità delle emissioni esistenti per quello che riguarda gli impatti globali ed alcuni microinquina nti su scala locale, a fronte di alcune criticità s u microinquinanti specifici. Tuttavia tali criticità possono essere validamente superate applicando le idonee misure di mitigazione precedentemente indivi duate (qualità del CSS, BAT di settore, monitoraggi). Pertanto, sulla base delle riportate considerazioni, si ritiene valida l’opzione del co-incenerimento".

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Domenica, 16 Giugno, 2013 - 00:07