Scoperto a Cerrate uno stampo eucaristico del X secolo

Continuano i lavori di restauro dell'abazia curati dal FAI

Le Giornate FAI di Primavera di quest’anno sono speciali perche danno la possibilità di visitare il cantiere dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate. A partire dal 30 giugno 2014, infatti, grazie all’importante stanziamento europeo confermato alla Provincia di Lecce, sono stati avviati i restauri relativi al primo lotto d’intervento, che avranno la durata di circa un anno. Dal momento della firma del contratto di concessione (marzo 2012), il FAI ha avviato a proprie spese la diagnostica e la progettazione dell’intervento di restauro relativo a tutto il complesso, attraverso un approfondito piano di conservazione e valorizzazione condotto da una squadra multidisciplinare di professionisti.
Una volta completato il restauro di tutto il complesso, l’Abbazia non avrà i caratteri di un semplice museo, ma rivelerà, la duplice anima di questi luoghi: da un lato verrà raccontata la storia religiosa di un importante centro di monaci italo-greci e di un celebre scriptorium, che vede nella mirabile chiesa romanica la sua massima espressione; dall’altro la storia contadina di una masseria pugliese, la cui più importante testimonianza è rappresentata da affascinanti frantoi scavati nella roccia.
I lavori attualmente in corso riguardano i due edifici della Casa Monastica e della Casa del Massaro.
Durante gli scavi per la realizzazione del vano tecnologico e per la posa degli impianti - condotti in accordo e relazione costante con la Soprintendenza Archeologica della Puglia (dott. S. Bianco) e con la direzione scientifica del prof. P. Arthur, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici "Dinu Adamesteanu" dell'Università del Salento - sono emerse importanti evidenze archeologiche.
Appena fuori dal recinto dell’Abbazia gli archeologi hanno scavato fino a raggiungere il banco roccioso; su di esso erano ricavate una serie di fosse, probabilmente usate per piantarvi i pali di legno di un piccolo edificio ad uso agricolo di epoca normanna.
Nella Casa monastica, alla base della torre, sono stati riportati nuovamente alla luce i resti di una macina già scavata nel 2004. La struttura potrebbe essere messa in relazione con l’antico mulino dei monaci citato dalle fonti.
La più importante scoperta, tuttavia, è avvenuta all’interno del recinto dell’Abbazia. Accanto alla Casa del Massaro si è intercettata una profonda fossa scavata nella roccia, riempita con terra e materiale vario, sul cui fondo era deposto un oggetto raro e prezioso: uno stampo eucaristico perfettamente integro e risalente al X-XI secolo, graffito con un’immagine sacra e una lunga iscrizione in greco. Lo stampo era un oggetto sacro, liturgico, che si usava nel rito greco-bizantino praticato dai monaci dell’abbazia per marchiare il pane dell’eucaristia.
Al periodo tra XI e XVI secolo risale, infine, il cimitero che circondava la chiesa, dove sono emerse numerose tombe scavate nella roccia, che si attende di poter datare con più precisione.

Con l’inizio dei restauri del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari sono stati spostati e messi in sicurezza i sei affreschi strappati del XVI-XV, originariamente collocati all’interno della chiesa abbaziale. Due di questi saranno restaurati presso l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, che si occuperà inoltre di eseguire le ricerche e gli studi sulla tecnica artistica, i materiali e gli interventi eseguiti negli anni ’70. Gli altri quattro affreschi sono in custodia presso il Museo Provinciale “S. Castromediano” di Lecce.
I prossimi lotti di intervento interesseranno la rifunzionalizzazione dell’edificio delle ex-stalle, il restauro e l’allestimento della Chiesa di Santa Maria e del portico e il recupero dei 5 ettari che la Fondazione vuole tornino produttivi, attraverso la messa a dimora di essenze locali.
Intanto il FAI ha già ultimato diversi interventi, come il restauro del pozzo cinquecentesco, reso possibile grazie al generoso contributo di Prada. L’esposizione agli agenti atmosferici aveva provocato danni e aveva causato un grave deterioramento della pietra con perdita di materiale ed erosione dei motivi decorativi . L’intervento, concluso nella primavera del 2014, ha ridato coerenza e leggibilità all’opera.
Nel gennaio 2014 è stata, inoltre, effettuata una pulizia straordinaria dei 4 ettari di terreno che circondano l’Abbazia.
Durante i primi due anni di concessione al FAI, l’Abbazia è rimasta aperta al pubblico e anche durante i lavori di restauro è garantita l’apertura in alcuni giorni della settimana con possibilità di prenotare visite guidate - in italiano e in lingua straniera – per privati e scuole, e ricevere materiale informativo sul FAI e sull’Abbazia.

Domenica, 15 Marzo, 2015 - 00:03