'Santa Maria della Grotta', un tesoro nascosto e abbandonato

Potrebbe diventare una fonte di lavoro per chi è costretto ad emigrare per vivere, magari nella bruttezza. C'è qualcuno che abbia delle idee? Possono occuparsene gli assessori Vantaggiato e de Donatis?

Qualche anno fa un ex cantante punk bolognese ci gridava da un palco: “non svendete la vostra primogenitura per un piatto di lenticchie”. Ricordo il senso di fastidio nel sentire il “forestiero” che ci accusava di non saper gestire l’immenso patrimonio culturale di questo nostro lembo di Mediterraneo. Ricordo poi, estate dopo estate, di aver assistito all’evoluzione della mia terra. Da ritrovo di emigranti baffuti che tornavano dalla Svizzera con automobili improbabili, a centro della movida (di quella radical-chic, che si rintanava nelle masserie con le jacuzzi, e di quella popolare, che attraversava il Salento con i camper e i cani).
Anno dopo anno vedo un Salento sempre più maturo, che inizia finalmente a capire che valorizzare il nostro bellissimo patrimonio comune non significa soltanto organizzare karaoke o tornei di calcio saponato.
La nostra storia recente ci insegna, senza ombra di dubbio, che giù da noi chi punta sulla cultura vince. E chi non si adegua resta indietro. E gioca a calcio saponato. Basta guardare a come siano cambiati molti paesi della limitrofa Grecìa salentina, irriconoscibili rispetto solo a pochissimi anni fa.
Quelle che allego sono le foto di quello che ho visto stamattina. A due passi da uno degli eventi di punta dell’estate Galatinese: l’Erotica Tour (penso che si chiami così, ma non sono sicuro, nonostante le decine di manifesti giganti che tappezzano strade e superstrade).
Non so bene di cosa si tratti, sembra una chiesetta con affreschi del ‘600, forse costruita su una cripta basiliana (io non lo so, non sono un archeologo o un’assessore alla cultura). Questo pezzo di storia comune, che in qualsiasi altra parte d’Europa avrebbe generato stupore e ammirazione e turismo e opportunità di lavoro, giace completamente abbandonata nelle campagne ed è sul punto di crollare.
Ho quasi paura a dire dove si trovi questo gioiello (di sicuro molti Galatinesi l’avranno riconosciuta) perchè chiunque può entrare, come ho fatto io stamattina, e portarsi a casa un pezzo di affresco o una bella acquasantiera da mettere in salotto (come non ho fatto io stamattina).
Magari qualcuno più in gamba di me avrà delle idee su come trasformare questo monumento dal piatto di lenticchie in una risorsa. Magari qualcuno dei tanti giovani preparatissimi che ogni anno ci perdiamo perché costretti ad emigrare in posti bruttini senza affreschi del ‘600 e cripte basiliane.

Gentile Massimiliano, Santa Maria della Grotta, secondo Fonseca, è una chiesa-cripta realizzata nel XVII secolo. Alla vera e propria cripta si accede attraverso lo scalone da Lei fotografato. Le pitture parietali purtroppo, con il tempo, sono andate degradandosi. Circa cinquanta anni fa era possibile spingersi fino ad un certo punto del cuniculo che ora è murato. L'edificio appartiene ad un privato che, qualche anno fa, si era impegnato a cercare dei fondi europei che gli consentissero di restaurarlo. Non so dirLe se sia mai riuscito ad ottenerli.
Probabilmente occorrerà intraprendere anche per "La Crutta" un azione collettiva come facemmo venti anni fa con l'Associazione 'Salviamo i Battenti'. Daniela Vantaggiato, allora era vicepresidente di quel sodalizio, oggi è Assessore alla Cultura ed ha accanto il collega Mario de Donatis, entrato nell'esecutivo galatinese proprio per "intercettare" i fondi europei. Possono entrambi occuparsi di Santa Maria della Grotta? (d.v.)

P.s.: Voglio tranquillizzarLa Erotika ha già '"deliziato" Galatina in Primavera. Per l'Estate ha scelto un'altra location.

Sabato, 2 Agosto, 2014 - 00:07

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