Sabina Maria Azzurra Diso è cardiochirurgo

Abbiamo un altro cardiochirurgo a Galatina. Specializzata oggi con lode in cardiochirurgia presso l'Università degli studi "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara la dott.ssa Sabina Maria Azzurra Diso ha discusso una tesi dal titolo "Risultati a medio termine dell'impiego di assistenza ventricolare sinistra Jarvik 2000: nostra esperienza".
Sentiti auguri alla neo specializzata per un radioso futuro professionale.

Il preambolo alla tesi di laurea specialistica di Sabina Maria Azzurra Diso
I pazienti con insufficienza cardiaca nelle fasi terminali presentano una qualità di vita ed una prognosi pessima, in quanto gravati da sintomi anche a riposo, necessità di frequenti ricoveri ospedalieri, terapie farmacologiche complesse ed una mortalità ad 1 anno di circa il 50% [1]. Le opzioni terapeutiche sono scarse e non disponibili per tutti.

La sostituzione del cuore nativo (trapianto cardiaco) è oggi la terapia di scelta per pazienti con scompenso cardiaco avanzato non più gestibile con terapia medica o chirurgica convenzionale [2], ma pochi soggetti possono essere trapiantati e le terapie “alternative” mediche e chirurgiche hanno mostrato limitata capacità di influenzare prognosi e qualità di vita [3-4].

Il numero di donazioni insufficiente rispetto all’esigenza delle liste d’attesa, nonché la necessità di dovere assistere tempestivamente pazienti con insufficienza cardiaca acuta, ha stimolato lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni, inducendo la realizzazione di sistemi di supporto meccanico cardiocircolatorio, che, messi a disposizione del clinico, rispondessero alle diverse esigenze e fossero, quindi, utilizzabili sia come assistenza di breve/media durata che di lunga durata, cambiando le prospettive terapeutiche di questi pazienti [5-7].

Sulla base di esperienze cliniche ormai sufficientemente consolidate esiste, quindi, la possibilità di impiantare questi “ventricoli artificiali” a pazienti che hanno controindicazioni al trapianto o che per loro caratteristiche (età, controindicazioni relative) hanno scarsissime probabilità di essere trapiantati. La prospettiva è quella di realizzare la destination therapy, con buone probabilità di farli ritornare ad una vita molto vicina alla normalità.

D’altronde è ormai evidente che il trapianto da solo non può far fronte a tutte le necessità e che la disponibilità dei cuori per i trapianti sarà sempre una risorsa limitata. Anche ottimizzando il tasso di donazioni per milione di abitante, infatti, l’incremento avverrà con l’apporto di donatori anziani e non aumenterà la disponibilità di cuori trapiantabili [3].

Scopo dello studio è illustrare l’esperienza nell’ambito dell’impianto di assistenza ventricolare sinistra Jarvik 2000 dal 2008 ad oggi della Clinica Cardiochirurgica dell’Università di Chieti che si inserisce all’interno dello studio multicentrico italiano relativo allo stesso sistema di assistenza, con risultati sovrapponibili.

Mercoledì, 2 Luglio, 2014 - 00:06