A Rosario Cagnazzo la Medaglia d'onore come Carabiniere Reale internato nei lager nazisti

Nel giorno della Festa della Repubblica, è stato il Prefetto di Lecce, Giuliana Perrotta, con una solenne cerimonia ufficiale a conferire la medaglia d'onore alla memoria del Carabiniere Reale Rosario Cagnazzo (Soleto 27/08/1920- Soleto 03/09/1979), internato militare italiano nei lager tedeschi dal 1943 al 1945. L'onoreficenza, concessa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è stata ritirata questa mattina in piazza Italia a Lecce, dai familiari del Soldato accompgnati dal primo cittadino di Soleto, Graziano Vantaggiato.
"Si tratta di un riconoscimento postumo molto importante - il commento delle figlie Antonietta e Teresa Cagnazzo- per noi motivo di grande orgoglio. La Medaglia d'Onore è uno spunto per ricordare chi ha subito gli orrori della guerra, perché queste vicende umane non cadano nell'oblio. L'onerifecenza è anche motivo di lustro per la nostra città, che ha mandato in guerra molti dei suoi figli. Auspichiamo che seguendo il nostro esempio anche altri si attivino per poter ottenere simili benemerenze".
Il Carabiniere Reale Rosario Cagnazzo, in forza al XIV Battaglione Carabinieri Reali, fu catturato in Grecia il 9 settembre 1943 e deportato nei campi di concentramento nazisti in Germania. Due anni dopo fu liberato dagli alleati raggiungendo a piedi e con mezzi di fortuna il piccolo paese natio in provincia di Lecce.
Italienische Militär-Internierte, fu il nome ufficiale dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell'Armistizio (8 settembre 1943). Dopo il disarmo, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania e vennero considerati “prigionieri di guerra”. In seguito cambiarono status divenendo “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie della Convenzione di Ginevra), ed infine, dall’autunno del 1944 alla fine della guerra, “lavoratori civili”, in modo da essere sottoposti a lavori pesanti senza godere delle tutele della Croce Rossa loro spettanti.
Il ripetuto "no" degli IMI deportati e internati nei campi di concentramento e sterminio di cedere alle lusinghe/angherie di aderire alla RSI o alle SS è storicamente riconosciuto e può essere considerata la prima forma di Resistenza.

Mercoledì, 3 Giugno, 2015 - 00:06