Rocambolesco arresto di due presunti ladri
Nella serata di sabato, verso le ore 22:00, in via Colonnello Costadura, a Lecce, gli agenti della sezione Volanti della Polizia di Stato hanno proceduto all’arresto di due cittadini georgiani KUTCHAVA Vasil Kutchava, nato a Tblisi (Georgia) nel 1983 e Nodar Mumladze, nato sempre a Tblisinel 1986, entrambi domiciliati a Bari, mentre erano intenti a perpetrare un furto in abitazione.
L’intervento è scaturito da una chiamata al 113 effettuata direttamente dal proprietario dell’abitazione, allertato da un’applicazione informatica che gli ha consentito di visionare sul cellulare le immagini in diretta relative al furto in atto presso la propria abitazione.
Giunti immediatamente sul posto, alcuni operatori sono riusciti ad entrare nell’abitazione mentre altri si sono posizionati in modo da sorvegliare eventuali vie di fuga. Uno dei due poliziotti, entrati nell’immobile, mentre stava effettuando una ricognizione nel locale sito al pian terreno con accesso al garage, ha notato due giovani nascosti dietro i bidoni della raccolta differenziata, posizionati nel sottoscala antistante l’ascensore, i quali, alla vista dell’operatore di Polizia, hanno tentato la fuga.
Nello specifico, uno dei due presunti ladri, Mumladze, ha lasciato cadere in terra un calzino di colore nero, un berretto con visiera, un telefono cellulare ed un orologio da uomo di marca Omega con cinturino in pelle rotto.
Nonostante il poliziotto avesse bloccato i due uomini, questi ponevano una forte resistenza nei confronti dell’agente tanto da colpirlo violentemente sullo zigomo. Nella colluttazione, uno dei due riusciva a fuggire agevolato dal traffico cittadino.
Mumladze, messo in sicurezza veniva sottoposto a perquisizione che consentiva di individuare nella tasca anteriore destra dei pantaloni un piccolo cacciavite, mentre nella tasca anteriore sinistra venivano rinvenuti un paio di orecchini da donna in oro bianco, assicurati ad un feltro, un bracciale in oro giallo con pendente circolare, al dito aveva un anello in oro bianco con varie pietre colorate ed un orologio da uomo di marca Piliph Watch con cinturino in pelle di colore marrone e cassa in acciaio ed al polso destro un bracciale di colore nero con placca in oro giallo.
L’attività di perlustrazione dei poliziotti veniva estesa anche agli altri appartamenti limitrofi. Tale attività è risultata determinante perché ha portato al rintraccio di un terzo complice che nel frattempo stava cercando di fuggire tramite la rampe delle scale interne che portano ai piani superiori.
In quel frangente si udivano dei rumori sospetti provenire dalla rampa delle scale dei piani superiori ed affacciandosi alla balaustra uno degli operatori ha notato la sagoma di una persona che correva verso l’ultimo piano e che sarà successivamente identificato per Kutchava. Si poneva al suo inseguimento e si accorgeva che, durante la corsa, questi occultava qualcosa all’interno di un vaso portaombrelli posto sul pianerottolo, il fuggitivo poi si dirigeva sino alla porta in ferro del terrazzo e, trovandola chiusa a chiave, si rintanava in un’intercapedine, ma veniva immediatamente sorpreso e messo in sicurezza.
Nella circostanza l’agente recuperava immediatamente quanto da egli occultato riscontrando che si trattava di un paio di calzini da uomo, di cui uno simile a quello rinvenuto addosso al MUMLADZE Nodar ed utilizzati con molta probabilità per coprire le dita al fine di non rilasciare impronte digitali; un manufatto in plastica solitamente utilizzato dai professionisti dei furti per essere inserito nelle porte al fine di far scattare lo scrocco delle serrature blindate; un borsellino contenente un kit di chiavi e grimaldelli atti allo scasso ed all’apertura delle serrature.
Una volta condotto in strada quest’ultimo tentava di divincolarsi dalla presa per fuggire, nonostante avesse le manette di sicurezza ai polsi, ma in quel momento, l’operatore rinsaldava la presa ricevendo un violento colpo di gomito al petto, agevolato dalla sua differenza di altezza rispetto all’operatore. Tuttavia, veniva introdotto nell’auto di servizio e perquisito e trovato in possesso di tre telefoni cellulari di cui due di marca Nokia ed uno di marca Samsung.
Il proprietario dell’appartamento via mail inviava alla centrale operativa alcuni fotogrammi ripresi dal sistema di allarme in cui era ritratto uno degli autori del furto e dalla cui visione si poteva effettivamente riconoscere proprio il fuggitivo.
Durante le fasi dell’arresto tre operatori di Polizia rimanevano feriti con prognosi rispettivamente di dieci giorni per “trauma emicostato destro“ ; venti giorni per “frattura chiusa, ossa del metacarpo, frattura spiroidea intra-articolare 3 prox. 1° mtc mano sinistra “ e cinque giorni di prognosi per “escoriazioni polso destro e volto, algia al ginocchio destro”.
Da accertamenti effettuati la Polizia ha appurato che i due giorgiani avevano compiuto reati simili in altre province ed erano sottoposti ad un’intimazione a lasciare il territorio dello stato effettuata dal Questore di Lecce. Al termine i due venivano tratti in arresto per furto aggravato in concorso, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, porto ingiustificato di oggetti atti allo scasso.
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