"Rispettate la storia!"

Ottavio Narracci affronta con sicurezza tecnica il Consiglio Comunale aperto ma non convince tutti. Marcello Amante propone uno studio di fattibilità sul 'Santa Catrina Novella' in alternativa all'erigendo ospedale di Melpignano

“Ma quale nuovo ospedale volete costruire? Cominciate con il rispettare la storia! Quello di Galatina è nato proprio qui, in questo luogo, e voi volete chiuderlo (fu fondato da Maria D’Enghien nelle camerate oggi inglobate in Palazzo Orsini, ndr)”.
Sono le ore 21:15 quando il grido accorato di una giovane signora si leva dai banchi riservati al pubblico ormai semivuoti ma abbastanza turbolenti per tutta la serata.
Sono passate più di quattro ore da quando ha avuto inizio il Consiglio comunale “aperto” con un unico tema all’ordine del giorno: il destino del ’Santa Caterina Novella’.
 “Qui da noi continueranno a nascere i bambini ma non mi ritengo soddisfatto -aveva esordito il sindaco Marcello Amante. Lo sarei se l’annunciato ospedale del Sud Salento si realizzasse a Galatina”.
“Invito tutti ad essere lucidi e freddi”. Ottavio Narracci, direttore generale della Asl, si alza in piedi e con il piglio del tecnico che è stato anche un politico (“ho fatto tanti anni fa il consigliere comunale”) comincia a snocciolare dati e numeri di leggi, delibere e determine ma sottolinea alcuni concetti di base.
“Il sistema sanitario è una rete. Galatina non è un’isola ma piuttosto un nodo. Ed ogni nodo deve avere una sua funzione. Il sistema nel complesso deve garantire il diritto costituzionale alla salute. La classificazione degli ospedali (Fazzi di secondo livello, Gallipoli e Scorrano di primo, Copertino, Galatina, Casarano di base) non è riferita alla loro qualità ma ai loro compiti. L’eccellenza deve essere di tutta l’organizzazione. Gli ospedali devono garantire solo le emergenze acute. Al resto devono provvedere i Distretti Socio-Sanitari (e quello di Galatina, diretto dal dottor Esposito, viene preso come esempio dagli altri) anche perché le attenzioni future della Sanità dovranno andare verso gli ammalati cronici”.
Gli effetti pratici dell’applicazione del piano regionale di riordino sono che nel ‘Santa Caterina Novella’ rimarranno attivi il Punto nascita a cui saranno collegati quattro posti di terapia intensiva, con Pediatria e Ostetricia e Ginecologia, Medicina, Pneumologia, Malattie Infettive (“uno dei migliori in tutta la Puglia”), Psichiatria e il Centro Dialisi (“che dovrà essere ampliato”).
“Per l’adeguamento alle norme si spenderanno a Galatina quattro milioni di euro. Ci sarà una nuova Tac ed un nuovo blocco operatorio è in via di ultimazione. Per il Distretto sono disponibili fondi europei per dieci milioni di euro”.
“Prendiamo atto che nulla potrà cambiare” -dice Oriele Rolli, sindaco di Cutrofiano. “Sia chiaro -gli fa eco Saverio Congedo, consigliere regionale- che nessuno qui ha potere decisionale. Solo Michele Emiliano e la sua Giunta possono esercitarlo. Il piano, bocciato in commissione, è frutto solo delle loro scelte politiche”.
“Tenere per sé la delega alla sanità, è stata da parte del Presidente della Regione una scelta scelerata ed irresponsabile- stigmatizza Cristian Casilli, in via Capruzzi per il M5S- e i cittadini sono preoccupati. Bisogna mettersi insieme, al di là degli schieramenti politici, per farlo ragionare”.
“Nella situazione data quello che siete riusciti a strappare è il massimo -fa notare rivolto al Sindaco, Ernesto Abaterusso, consigliere regionale di Liberi e Uguali e ripropone la sua idea di scegliere Galatina come luogo per far nascere il nuovo ospedale.
Andrea Coccioli, segretario del PD galatinese, va sul concreto: “Si conservi Gastroenterologia al ‘Santa Caterina Novella’ anche per non sovraccaricare il Fazzi e si pensi ad un centro per la cura delle disfagie (c’è solo a San Giovanni Rotondo). L'Utic, poi, è indispensabile".
Leonardo Donno, deputato pentastellato, esprime i suoi dubbi sul fatto che a Galatina verranno garantiti i servizi di base e propone di non investire risorse su Melpignano. “Sarà il pubblico che consentirà di cambiare questo piano scelerato -attacca con piglio tribunizio Paolo Pulli, M5S, ed è subito bacchettato dal presidente del Consiglio comunale, Raimondo Valente- gestiamo le leggi e non ce le facciamo imporre!”
“Dovete ascoltare gli ammalati” -esorta dalle tribune Daniela De Lorenzis. “Perché ridurre Galatina ad un cronicario?” -è l’inquietante domanda di Paola Carrozzini.
“Sono pronto a pagare di tasca mia un ricorso al Tar, se ci sono i termini”- tuona Giampiero De Pascalis ed invita chi ci sta ad unirsi a lui. “Un De Maria (Beniamino, deputato alla Costituente, ndr) ha messo la prima pietra -è la sua amara conclusione- non vorrei che un De Maria (Giuseppe, attuale, direttore sanitario, ndr) chiudesse il nostro ospedale”.
“Mettendoci insieme cerchiamo di capire se ci sono dei margini per ridare dignità a questo territorio”. Un ecumenico Antonio Gabellone propone, in sostanza, una pacifica marcia su Bari (“già fatta in altre realtà”) per tentare di far ragionare il presidente ed assessore Emiliano. “Deve avere il coraggio di venire qui”-dice Michele De Paolis. Noel Vergine vuole trasformare le strutture di via Roma in un “polo diagnostico di eccellenza”. “I buoi sono ormai scappati ”-aveva però detto sommessamente Giuseppe Spoti.
“Siamo rassicurati sulla non chiusura ma auspico una sinergia per mantenerlo in vita” -è in sostanza il pensiero di Albano Tundo.
A chi aveva auspicato un intervento del potere centrale stimolato dai parlamentari galatinesi del M5S Narracci ricorda che sarebbe incostituzionale perché “le decisioni riguardanti la sanità spettano esclusivamente alle regioni”.
“Alziamo l’asticella -conclude il sindaco Amante- impieghiamo delle risorse in uno studio di fattibilità sulla trasformazione del ‘Santa Caterina Novella’ in un ospedale di primo livello alternativo a quello che vogliono costruire a Melpignano”.

Venerdì, 27 Luglio, 2018 - 00:07

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