Ricoverata a Galatina l'anziana donna segregata in un bagno a Lecce

Le sue condizioni di salute fisica non sono preoccupanti. Indagati per sequestro di persona i suoi 'custodi'

È ricoverata nel reparto di geriatria dell'Ospedale 'Santa Caterina Novella' l'anziana donna ritrovata ieri a Lecce chiusa in un bagno in una situazione igienico-sanitaria precaria. Purtroppo la signora non riesce a comunicare perché probabilmente è sordomuta. Al suo letto sono state applicate le sponde di contenimento per evitare che cada o scenda. Appare ancora disorientata e sembra non saper raccontare nulla.  Nel pomeriggio di mercoledì, con una telefonata anonima al 113 è stata segnalata la presenza di una persona anziana tenuta segregata in via Enrico Fermi, al civico 48. La donna, da quanto riferito, dietro una finestra a vetri di un appartamento stava disperatamente chiedendo aiuto e si udivano in maniera distinta dei lamenti.  Una pattuglia delle Volanti della Polizia di Stato, si è recata immediatamente sul posto ed è entrata all’interno del condominio, accedendo da un cancello in ferro. Da qui ha raggiunto la finestra dalla quale sarebbero provenuti i lamenti che  è posta al piano terra e si affaccia in un cortile condominiale. 
Effettivamente attraverso le fessure della persiana i poliziotti hanno notato un’anziana donna che si stava lamentando, contorcendosi per terra e con gesti delle mani e delle braccia cercava di attirare l’attenzione, facendo capire chiaramente di aver  bisogno di aiuto. Gli operatori, dopo aver ripetutamente suonato il campanello, sono riusciti ad entrare. Ad aprire la porta era stato un giovane che,  compresa la situazione, era corso all’interno dell’appartamento dirigendosi verso la porta del bagno, affrettandosi a chiuderla con due mandate della serratura. 
Tale gesto, non èsfuggito agli operatori, anzi li ha indotti ad aprire, immediatamente, quella porta. La scena che si è presentata ai loro occhi era raccapricciante. Una vecchietta, seduta sul water, in stato confusionale, in condizioni igienico sanitarie precarie: il lavello era sporco, privo delle maniglie dei rubinetti, verosimilmente allo scopo di impedire che fosse aperta l’erogazione dell’acqua; il bidet  coperto da una tavola in legno, assicurata con del nastro adesivo; il water era sporco, il piatto doccia non utilizzabile. 
L’anziana sembrava abitare in quella stanza, dal momento che vi era collocato anche un piccolo materasso senza lenzuola e cuscini, adagiato su delle reti in ferro arrugginito. Per terra c'era un piatto di plastica sporco e, sul pavimento, residui di alimenti in stato di putrefazione avanzato. La Polizia Scientifica, giunta sul posto, ha fotografato tutto. La situazione era tale da richiedere l’intervento di personale sanitario che ha provveduto ad accompagnare la donna, sordomuta, all’ospedale di Galatina.
Il giovane che aveva aperto la porta, identificato per C.V.B. nato a Lecce nel 1970, ha subito dichiarato di non sapere nulla in merito all’affidamento della signora anziana ed avvisato la propria madre, che ha raggiunto via Fermi insieme ad un altro figlio disabile.
Gli appartamenti della palazzina in questione, costruiti con fondi pubblici, sono stati assegnati a famiglie che ospitano al loro interno persone disabili. La presenza del giovane giustifica l’assegnazione dell’appartamento alla signora giunta sul luogo, identificata per R.M.B. nata in India nel 1948.
Quest’ultima, in  merito alla presenza dell’anziana donna di 83 anni, senza parenti, ha raccontato che da circa quattro anni le era stata  affidata da un suo conoscente ed ex compagno, recentemente deceduto e ha sostenuto di occuparsi insieme al figlio, ma di fatto di fatto senza alcun titolo della “gestione”  della donna nonchè della amministrazione della sua pensione di invalidità, che ammonta a circa 1200 euro mensili. Tale somma, verrebbe accreditata direttamente  su un conto corrente postale cointestato all’anziana ed a R.M.B..
In merito alle condizioni igienico sanitarie precarie della anziana e per la sua permanenza nel bagno, sia la mamma sia il figlio sembra abbiano dato indicazioni vaghe, confuse, scaricando l’una sull’altro eventuali responsabilità.
Riguardo alla circostanza che l’anziana fosse chiusa in bagno sembra si siano giustificati dicendo che era nel suo interesse per evitare situazioni di pericolo, quando veniva lasciata sola,  non essendo autosufficiente, mentre, normalmente aveva a disposizione una stanza.
D’intesa con Giuseppe Capoccia, pubblico ministero di turno, la donna ed il  figlio sono stati indagati per “sequestro di persona”, fatti salvi gli accertamenti per verificare se siano stati commessi negli anni altri reati. 
Il personale di Polizia è tornato ieri nell’appartamento assegnato a R.M.B. per verificare chi effettivamente lo occupasse, e vi ha trovato C.B., la sua compagna, dell’est europeo, con suo fratello, e il figlio della coppia minorenne. Non era invece presente, perché normalmente vive in un'altra abitazione, R.M.B. con il figlio disabile.  
Il conto corrente postale, sul quale si trova una piccolissima somma di denaro, è stato sottoposto a sequestro. Per le cure dell’anziana  verrà presto nominato un tutore legale.

 

 

Venerdì, 9 Agosto, 2013 - 00:06