Repùto pe lle chiazze salentine

Il poema di Giovanni Leuzzi verrà presentato a Galatina il 5 ottobre nella sala Contaldo

Giovedì 5 ottobre, alle ore 17:30, presso la Sala Contaldo del Palazzo della Cultura di Galatina (ingresso da via Cafaro), l’Università Popolare "Aldo Vallone", presidente Beatrice Stasi, per il ciclo “Riscoperta del territorio salentino”, presenta: REPÚTU PE LLE CHIAZZE SALENTINE (Lamento funebre per le piazze rurali del Salento), Poema in ottava rima e dialetto salentino di Giovanni Leuzzi, Congedo Editore. Dopo il saluto dell’editore Mario Congedo,  Eugenio Imbriani, docente di Antropologia Culturale dell’Università del Salento, presenterà l'opera.
Sono previste letture a cura dell’autore e di amici lettori e un omaggio musicale con canzoni del repertorio griko e salentino a cura di Francesco Manni dell’Ass. Nuova Messapia di Soleto e del Gruppo “Cardisanti” di Cutrofiano.
Il poema in ottava rima e in rigoroso dialetto salentino, che utilizza a pretesto narrativo una divertente storia paesana, fotografa, con i toni e registri più diversi e seguendo il libero andare della memoria, il rapido e per molti versi catastrofico diluirsi, in un nulla ancora indistinto, della millenaria civiltà contadina; una civiltà che nei centri rurali del Salento aveva realizzato, pur in un quadro diffuso di povertà, sfruttamento ed ingiustizia, straordinari risultati di risposta ai bisogni collettivi, di socialità ed identità culturale.
Le piazze di quei paesi, che negli ultimi anni sono state oggetto di importanti rifacimenti strutturali ed estetici dagli effetti spesso scenografici, perduta ogni funzione economica e sociale, oggi si presentano come spazi vuoti di presenza umana, freddi, senza storia, senza anima e memoria e ormai da decenni attendono nuova linfa e nuova vita, che sarà, se mai, del tutto diversa da quella di un passato leggendario ed irripetibile.
L’ottava rima, con la musica e le cadenze sue proprie, poggia sulla strepitosa padronanza di una lingua che, già grande di suo, si è strutturata nei secoli con scambi, arricchimenti ed imprestiti i più diversi, consentendo al popolo del Salento straordinarie capacità espressive, comunicative e creative; lingua che nel poema è strumento formidabile per il disegno di quadri, situazioni e personaggi, lo sviluppo del pensiero e del racconto, il dipanarsi di nostalgiche ricostruzioni e di ironiche, ma spesso amare e desolate invettive, tutte giocate tra il semiserio rimpianto del passato e la icastica condanna del presente.

 
 
Mercoledì, 4 Ottobre, 2017 - 00:06

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