"Recuperare e far rinascere il monastero di Casole"

“Per il Monastero di San Nicola di Casole è arrivato il momento della concretezza. Se vogliamo salvare davvero ciò che resta di questa testimonianza storica unica al mondo, riuniamo subito un tavolo interistituzionale per decidere come e quando intervenire nel più breve tempo possibile”. La vicepresidente della Provincia di Lecce con delega alla Cultura Simona Manca interviene così sul futuro dell’antica abbazia idruntina, uno dei luoghi più importanti del Salento, a livello storico, artistico e culturale, tornata in queste ore al centro dell’attenzione politica e mediatica. 
La numero due di Palazzo dei Celestini va oltre l’appello del senatore Dario Stefàno e la risposta del ministro dei Beni culturali Massimo Bray e rilancia: “Ringraziamo il senatore Stefàno per la sua presa di posizione e accogliamo con grande entusiasmo l’interesse immediato e l’impegno del ministro Bray. Ma su Casole è arrivato il momento di fare un ulteriore passo in avanti”.
“Il sindaco di Otranto Luciano Cariddi, che era stato già contattato qualche giorno fa dallo staff dal ministro Bray, proprio in questi giorni sta organizzando insieme con la Provincia”, prosegue Simona Manca, “un tavolo con tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti, compresa anche la delegazione parlamentare salentina, della quale fanno parte i senatori idruntini Francesco Bruni e Dario Stefano. Solo insieme possiamo pianificare in che modo salvare ciò che resta di questo luogo, fondato nel lontanissimo 1098, crocevia di monaci, studiosi, poeti di lingua greca e artisti, che ha ospitato nel 1400 una delle biblioteche più ricche d’Europa”.
La vicepresidente della Provincia di Lecce ricorda come il recupero e la rinascita del Monastero di Casole in questi anni sia stato sempre a cuore dell’Amministrazione provinciale, che si è impegnata a mettere in luce, con più iniziative, il valore e le testimonianze immateriali di questo luogo.
“Due anni fa, ad esempio”, racconta, “con l’organizzazione internazionale Bridging Ages, ne abbiamo fatto rivivere la storia con un time travel intitolato “Una giornata nel monastero di San Nicola di Casole”, durante il quale alcuni studenti, insieme a Giorgio Forattini, scelto come testimonial d’eccezione,  hanno rivissuto attraverso i cinque sensi tutto ciò che si faceva nell’antico monastero nel lontanissimo 1163. Proprio come facevano gli studenti dell’epoca, che arrivavano ad Otranto da tutto il Mediterraneo per scoprire, leggere, imparare quella cultura che era al centro del mondo e che era raccolta nei preziosi volumi della biblioteca”.
“Numerosi”, inoltre, “sono stati i progetti che hanno coinvolto le scuole, per esempio, quello che ha previsto anche la visita alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia dove sono custoditi almeno due dei Codici provenienti da Casole”, aggiunge.
“Purtroppo di tutto ciò allo stato attuale restano solo dei ruderi, peraltro su un terreno di proprietà privata. Ma siamo convinti, oggi come ieri, che Casole conservi intatto il suo fascino grazie alla storia che riesce ad evocare. Le sue rovine continuano ad avere una bellezza romantica che non può essere definitivamente persa a causa dell’abbandono e del degrado del tempo. Ciò che resta di questo monumento unico deve essere valorizzato, perché queste rovine, da sole, sono sufficienti a rievocare un passato dalla grandezza straordinaria e che oggi vale la pena di riscoprire e rilanciare quale immenso patrimonio culturale immateriale che appartiene a tutti”, conclude la vicepresidente Simona Manca.

 

Giovedì, 23 Gennaio, 2014 - 00:04