Raccoglievano ricci nell'area marina protetta, denunciati tre sub
Nell’ambito di un’operazione disposta dal 6° Centro di Controllo Areo Pesca della Direzione Marittima di Bari, i militari della Guardia Costiera di Gallipoli hanno portato a termine una mirata attività di controllo nell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, alla luce del fermo biologico del riccio di mare previsto annualmente per i mesi di maggio e giugno.
Tale attività si inquadra in un più ampio dispositivo di prevenzione e repressione da tempo in atto da parte della Capitaneria di Porto di Gallipoli contro il fenomeno della pesca di frodo, che risulta particolarmente accentuato all’interno del sito protetto per la presenza di specie ittiche pregiate.
In seguito di tali controlli sono stati individuati e fermati tre cittadini italiani, uno dei quali già più volte deferito dalla Guardia Costiera di Gallipoli alla competente Autorità Giudiziaria di Lecce, che nelle acque dell’Area Marina Protetta erano intenti nell’attività subacquea di raccolta dei ricercati ricci di mare, peraltro effettuata con l’ausilio di autorespiratori.
Intercettati da parte dei militari della Guardia Costiera di Gallipoli giunti sul posto a bordo della motovedetta CP 767, i trasgressori hanno tentato di sottrarsi al controllo per fuggire con il prodotto ittico già pescato.
In particolare, mentre quello alla conduzione del natante utilizzato come barca appoggio è stato intercettato, i due subacquei hanno rapidamente guadagnato la riva tentando di dileguarsi. Le pattuglie di supporto a terra hanno bloccato le vie di fuga, ma i due fuggitivi, a bordo di una Fiat Punto, hanno speronato l’autovettura dei militari riuscendo inizialmente a dileguarsi.
Essendo comunque persone note agli atti della Guardia Costiera di Gallipoli, e su conforme avviso dell’Autorità Giudiziaria prontamente informata dei fatti, i trasgressori sono stati denunciati in concorso, oltre che per violazione della Legge quadro sulle aree marine protette (L. 394/91), per diversi reati comuni tra cui resistenza a pubblico ufficiale, tentate lesioni, danneggiamento.
Sono state inoltre sequestrate le attrezzature subacquee utilizzate per l’attività di pesca, ed è stata comminata una sanzione amministrativa dell’importo di mille euro.
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