Quel volto di Cristo impresso sulla carta
La Cappella della Madonna del Buon Consiglio si trova sulla strada provinciale che collega Noha ad Aradeo. La storia della sua ricostruzione ha del “miracoloso”. Ad affermalo è Carmine Mele, da oltre vent’anni vero motore e mente di tutto ciò che viene realizzato in quella cappella eretta in una zona che una volta era la periferia della più grande frazione di Galatina. La sua preziosa testimonianza è riportata nel volume “Noha”, scritto da Francesco D’Acquarica ed Antonio Mellone (che ne è anche il curatore).
Le origini del culto, a Noha, verso la Vergine con il titolo del “Buon Consiglio” hanno almeno quattro secoli di storia.
In quel luogo c’era una piccola chiesetta abbandonata che, per volere della contessa Mongiò fu, nel 1960, ricostruita e riaperta al culto. Problemi strutturali ne consigliarono poi la chiusura fino a quando, nel 2003, non rivide la luce in forme moderne.
Da allora, ogni anno, nella Settimana Santa Carmine Mele ha curato l’altare della Reposizione. L’ha costruito sempre nelle forme più classiche utilizzando per le scenografie la carta e, per gli addobbi i germogli fatti spuntare al buio in modo che rimanessero bianchi.
“Non cercate fra i morti colui che è vivo” è stata la frase scelta quest’anno per cingere l’altare. Un suggestivo gioco di luci ha indotto tante persone alla meditazione ed alla preghiera. Qualcuno, guardando attentamente sulla sinistra, ha notato un’immagine che aveva del sorprendente. Sembrava un volto di Cristo impresso nella carta. Probabilmente era un gioco di ombre ma è bastato per stupire e far correre la voce di casa in casa. Le visite al piccolo “Sepolcro” sulla via per Aradeo sono aumentate.
Nell’anno giubilare sono in molti a cercare motivi e segni che facciano nascere o fortificare una fede difficile da praticare.
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