"Quattro gatti in piazza per i 102 punti della Juve"

Quando non si è capaci di riconoscere la superiorità di un avversario

“Ci sono quattro gatti davanti alla Pupa”. L’interista che mi manda il messaggio lo fa seguire da una foto (quella qui a fianco, scattata a Gallipoli davanti allo "Juve Club"). “Ti ricordi quattro anni fa, quando noi vincemmo tutto che festa facemmo a Galatina? Quest’anno è un mortorio.” La seconda tifosa dell’Internazionale  mi telefona per comunicarmi che a Nardò, invece, è in corso una grande festa con i bianconeri  che ballano in piazzetta a Santa Caterina. Scherziamo un po’ punzecchiandoci a vicenda.
Si fa l’abitudine a tutto anche alle vittorie. Gli juventini galatinesi, dopo tre anni di dominio incontrastato del campionato e con il record di 102 punti in classifica difficilmente raggiungibile, sono ormai saturi. Aspettano almeno una coppa europea per esplodere di nuovo in piazza.
Soprattutto gli interisti dovranno ancora una volta consolarsi pensando che “l’uva anche quest’anno era acerba” e non valeva la pena raccoglierla.
Antonio Conte è un leccese. Ai salentini dovrebbe far piacere che sia stato un uomo della loro terra a guidare la Juventus alla conquista del trentesimo scudetto. E, invece, a molti (interisti soprattutto) dà fastidio averlo come conterraneo.
Riconoscere l’eccellenza negli altri è sempre un problema. Si tirano in ballo gli arbitri, la fortuna, Moggi (che non c’entra più nulla) pur di non ammettere che, per tre anni, c’è stata una squadra più forte di tutte. Una compagine che, dopo l’umiliazione della B e il galleggiamento al settimo posto, è riuscita in un'impresa storica, senza grandi colpi di mercato ma con molta competenza, dà fastidio.
“La gelosia e l’invidia aprono le porte a tutte le cose cattive” – ha detto Papa Francesco.
‘Genny a carogna’ è il frutto avvelenato della stupidità. Costa proprio tanto dire ad un avversario ‘sei stato più bravo di me’?

Lunedì, 19 Maggio, 2014 - 00:05