Quando il Crocefisso spostò le mani dietro le spalle

Storia di miracoli e pellegrini in una bella e misteriosa città del Salento

Galatone, i cui  abitanti si chiamano Galatonesi o Galatei;  è un rilevante centro agricolo e in essa sono presenti numerose architetture religiose: in particolare la Collegiata dell’Assunta; il Santuario del Santissimo Crocifisso della Pietà; la Chiesa di San Sebastiano e San Rocco; la Chiesa di San Giovanni Battista; la Chiesa di San Francesco d’Assisi; la Chiesa della Madonna delle Grazie; la Chiesa dell’ Annunziata; la Chiesa della Madonna Odigitria; la Chiesa di San Pietro Apostolo; la Chiesa di Cristo di Tabelle; Chiesa del Sacro Cuore di Gesù; Chiesa dei Santi Cosma e Damiano;ed inoltre varie architetture militari: tra cui la Porta di San Sebastiano,il Palazzo marchesale Belmonte-Pignatelli e il Castello di Fulcignano , vari siti archeologici:come Menhir Coppola.
Il suo santo patrono è San Sebastiano per il quale viene organizzata ogni anno una festa il 20 gennaio, in suo onore nasce anche una porta che fu costruita intorno al 1500, delle porte urbiche poste sulla cinta muraria aragonese, è l’unica supersite. L’architettura, risalente al 1748, è dovuta alla ricostruzione avvenuta dopo il rovinoso terremoto del 1743.
Tra le prestigiose opere architettoniche, Galatone conserva gelosamente la chiesa del Santissimo Crocifisso della Pietà, con facciata baroccamente ricamata in pietra leccese, opera di Giuseppe Zimbalo. La chiesa oltre a storia di fede conserva anche molti misteri e curiosità. In principio nel XIV secolo un ignoto pittore dipinse un immagine raffigurante un Crocifisso sul muro di una stalla,che  sorgeva ove ora troviamo la chiesa dedicata al SS. Crocifisso. Questo luogo, ben presto, divenne oggetto di culto, che fu rafforzato anche dai racconti di molte persone che sostenevano di aver ricevuto miracoli attraverso l’intercessione con l’Immagine Sacra.
Il culto venne poi rafforzato da un avvenimento straordinario che sbalordì tutti. Era, la sera del 2 luglio 1621, quando alcuni pellegrini, raccolti in preghiera davanti alla nicchia che custodiva gelosamente la Sacra Immagine, videro che il Cristo spostava con la mano sinistra la tendina della nicchia, guardare intensamente i fedeli per un attimo, e poi richiudere la tendina. Dopo un primo momento, i pellegrini si avvicinarono alla nicchia per rendersi conto di quello che era accaduto, ma fu qui che avvenne il secondo evento che lasciò tutti sbalorditi: il Cristo non aveva più le mani davanti come era inizialmente stato ritratto  ma ora stavano dietro le spalle.
La notizia si sparse ben presto e andò anche al di fuori del paese, inoltre, quest’avvenimento delle braccia non era affermato solo dai Galatonesi, ma era confermato da un pittore che pochi giorni prima dell’accaduto era stato a Galatone per ritrarre il Crocifisso e affermava di averlo visto con le mani davanti.

Di seguito a quest’episodio avvennero diversi prodigi e una serie di guarigioni miracolose, che naturalmente vennero tutte attribuite alla Sacra Immagine. Fu per questo che si decise di erigere una chiesa intorno alla povera stalla. Così si aprì una sottoscrizione, alla quale in poco tempo arrivarono donazioni in denaro,donazioni di immobili, gioielli e bestiame per concorrere alla produzione. La chiesa dedicata al SS. Crocifisso della Pietà  in nove mesi venne eretta e aperta al culto il 3 maggio 1623. Inizialmente codesta era priva di ornamenti e molto modesta così i fedeli rimasero sbigottiti. A quindici  anni dall’apertura al culto, la chiesa crollò improvvisamente e distrusse completamente l’immagine del Crocifisso, quest’ultima però venne ben presto restaurata. Questa volta, il clero volle una chiesa davvero fastosa. La nuova chiesa venne aperta al culto dal 1696.

In onore del Crocifisso successivamente venne introdotta una festa che tutt’oggi va dall’1 al 4 maggio, per questo culto la gente si muoveva anche dai paesi più lontani, di questo abbiamo la testimonianza come quella di Tuglie la signora Tina. Ai suoi tempi , non era facile raggiungere un paese lontano, come succede oggi, infatti si partiva all’alba dal proprio paese e ci si dirigeva a Galatone pur di render visita al SS. Crocifisso, questo era un cammino significativo a piedi  che stava ad indicare il fervore religioso e penitenziale maggiore rispetto a quello che oggi viviamo. L’obiettivo  era quello giungere per tempo alla celebrazione, del 2 maggio, ai giorni d’oggi viene chiamata  “l’Ora dei Miracoli”; durante la quale c’è esposta la reliquia del Sacro legno della Croce.

E’ un momento di preghiera e di riflessione che si tiene ogni anno alle ore quattordici, la chiesa si riempie ovunque, molta gente resta anche assiepata lungo tutto il perimetro. La cosa che più stupisce è che già dal tempo della sua fondazione si riportano molti miracoli oltre a quello della tendina spostata e delle mani passate d’avanti a dietro, un altro sentito miracolo che si racconta è quello del misterioso buco che si trova a pochi passi dall’entrata, si dice che lì si  ebbe a sbattere la testa un operaio cadendo dall’alto ma rimase illeso.

Se l’ora dei Miracoli lascia allibiti per quanto manifesta la pura espressione religiosa, la solenne  processione, che si svolge la sera stessa ha un preambolo alquanto particolare e interessante, perché prima della processione si svolge un’asta nella piazza dell’orologio civico per la scelta della squadra a cui verrà affidata la statua del SS. Crocifisso per essere portata  a spalla lungo le vie cittadine.
La gestione dell’asta tocca al Comitato festa Patronale che incassa l’introito del denaro promesso dalla squadra vincitrice. La parte più emozionante si ha negli ultimi secondi quando le squadre,cercano di aggiudicarsi l’asta. Una volta aggiudicata l’asta, i suoi componenti che generalmente sono minimo trenta portano sulle spalle a gruppi di sei la statua durante tutta la processione. Al termine di questa, la squadra vincitrice si ritrova presso la sede del comitato  e ciascun portatore versa la sua quota,tutto ciò avviene alla presenza del caposquadra che durante l’asta è addetto a comunicare i rilanci.

Un altro solenne momento della festa e atteso dagli oriundi Galatonesi, è il carro di Sant’Elena per le vie cittadine; questo rappresenta l’antico e autentico  passaggio di Sant’Elena nei primi secoli dopo il Cristo, questa naturalmente è tutta una tradizione portata avanti oralmente. Il  carro trasportava persone di grande lignaggio e su di esso sedeva la madre dell’imperatore Costantino, ormai anziana, che faceva ritorno a Roma dopo un lungo pellegrinaggio in Terra Santa, il nome di questa donna era Elena.

Quello che ancora oggi giunge a noi, è il racconto  di ciò che la nobildonna di umili origini recava con sé: portava con se la “Vera Croce” sulla quale il Cristo era stato crocifisso, il ritrovamento della quale, avvenne proprio il 3 Maggio 326, tale data non è stata scelta casualmente.

Le prime notizie della ricostruzione di questo carro risalgono al XVIII secolo, dove tra i rendiconti della festa compaiono anche alcune spese che riguarderebbero il carro. Sin dalle sue origini il carro è sempre stato suntuoso e imponente e sicuramente dispendioso,ed  è per questo che non è possibile farlo ogni anno. Inizialmente si pensò, ad una scadenza quinquennale, naturalmente codesta scadenza è alternante e irregolare fino ai giorni d’oggi. Il carro da pochi anni a questa parte, inizia il suo percorso dal Santuario della Madonna delle Grazie, qui la fanciulla o la donna che impersona Sant’Elena riceve la croce in legno, e abbracciandola,si dirige sul carro trainato da cavalli, circondata da numerose ancelle e bambini, prima del maestoso carro c’è un pesante esercito che naturalmente porta abiti raffiguranti l’antico impero romano; questi percorrono varie vie di Galatone fino ad arrivare alla  chiesa del SS. Crocifisso. La favolosa coreografia termina con l’entrata di Elena in chiesa, preceduta da bambini e ancelle e protetta dai soldati, che consegna la croce nelle mani del parroco, il quale la benedice.

All’interno del santuario sull’altare ci sono due dipinti settecenteschi che ricordano il ritrovamento della croce, questi sono opera del pittore Aniello Letizia.  (Sara Tarantino II A IISS Galatone) 

 

Martedì, 26 Marzo, 2013 - 00:05