Preoccupa anche in Italia il rischio desertificazione

Si è aperto venerdì 13 ottobre il convegno ‘Clima, agricoltura, migrazioni: risultati scientifici e scenari possibili’, organizzato dal Consiglio nazionale delle ricerche con la presidenza del Consiglio dei ministri. Il convegno è stato introdotto dal premier Paolo Gentiloni e dal presidente del Cnr Massimo Inguscio e ha visto la partecipazione del presidente dell’Accademia dei Lincei, Alberto Quadrio Curzio, e del direttore generale della Fao, Josè Graziano Da Silva. I principali esperti scientifici del settore ed esponenti del mondo politico hanno presentato e discusso, in una tavola rotonda coordinata da Francesco Rutelli, gli impatti dei cambiamenti climatici sugli agro-ecosistemi e le principali strategie di contrasto alle sfavorevoli conseguenze socioeconomiche, con particolare riferimento all’ambiente Mediterraneo. Il convegno si è svolto a Roma presso l’Accademia dei Lincei, in preparazione della Giornata mondiale dell’alimentazione organizzata per il 16 ottobre prossimo a Roma dalla Fao (Agenzia delle nazioni unite per l’agricoltura e l’alimentazione).
L’evento ha analizzato gli impatti del cambiamento climatico su biodiversità, agricoltura, foreste e sulla capacità di adattamento delle specie animali e vegetali, con particolare riferimento alle specie a rischio estinzione e di particolare rilievo per l’alimentazione e la salvaguardia del territorio, e alle soluzioni offerte dalla scienza per favorire la resilienza, il recupero e la produttività degli agroecosistemi, così da migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali e governare le crisi migratorie. È stato affrontato in particolare il tema della sicurezza alimentare e delle emergenze migratorie che coinvolgono in maniera crescente le popolazioni dell’Africa e della regione mediterranea. “Il rischio desertificazione dei Paesi dell’Unione Europea che si affacciano sul Mediterraneo e sono interessati dai fenomeni migratori (Italia, Spagna e Grecia) è particolarmente preoccupante e richiede urgenti e cospicui interventi, e un grande impegno della ricerca scientifica”, ha dichiarato il presidente del Cnr Massimo Inguscio: “per il monitoraggio e l’adozione di sistemi di previsione e allarme climatico, per l’adattamento dell’agricoltura ai cambiamenti climatici, per un’azione di restauro del paesaggio rurale e degli ecosistemi forestali, per la salvaguardia delle risorse idriche e, in generale, del capitale naturale”.

Lunedì, 16 Ottobre, 2017 - 00:05