"Povera Italia! La speranza è nei giovani"
Gentile direttore, Le scrivo per manifestare tutta la mia indignazione nei confronti dell’attuale situazione politica italiana. Come è noto alla nazione intera, l’Italia dal 24 Febbraio 2013 non ha un governo; benché lo scenario economico ed occupazionale ne richieda l’estrema urgenza. Nei giorni scorsi alcuni appelli fatti dagli esponenti di alcune classi sociali, avevano come obiettivo quello di allertare la classe politica su una condizione ormai insostenibile: da un lato Confindustria, che chiarisce che nel 2013 chiuderanno circa 250.000 imprese se non si fanno le giuste riforme, dall’altra i sindacati, che denunciano un tasso di disoccupazione allarmante e che i fondi per la cassa integrazione non garantiscono il servizio a tutti i cassa-integrati.
Il DEF 2013 (Documento Economico e Finanziario), approvato nel corrente mese, afferma in sintesi, che la ripresa del mercato finanziario (in corso) non coincide con quella del mercato dei beni. Più domande sorgono spontanee: come può uno Stato attuare una ripresa economica in completa assenza di governo? E’ possibile che il segretario del PD Bersani non pensi che mentre cerca di “accoppiarsi” con qualcuno, imprese e, di conseguenza, famiglie cadono in rovina? E’ possibile che i grillini non capiscano che all’Italia servono riforme e non proteste? E’ ancora possibile che l’unico ad aver veramente capito questo disagio è esclusivamente il sindaco di Firenze Renzi?
Per favorire la ripresa economica è indispensabile da parte dello Stato un forte sostentamento alle imprese, evitando in questo modo la loro chiusura e di conseguenza l’aumento della disoccupazione. Un tasso di disoccupazione elevato, macro economicamente, significa che lo Stato non sfrutta al massimo le proprie risorse, e che il benessere sociale è notevolmente basso.
Ma cosa importa alla nostra classe politica? La cosa realmente importante, per codesta, è percepire il proprio onorevolissimo stipendio, la propria stimatissima pensione, nonché l’attesissima buona uscita. Tanto il menefreghismo, che quando le si chiede un po’ di serietà per l’elezione del Presidente della Repubblica (carica istituzionale più importante), questa si diverte a scrivere nomi che, non me ne vogliano gli interessati, non potrebbero ricoprire il succitato ruolo; non solo, ma mette ancora di più il paese in una situazione di grave instabilità.
Per questo spero in un massiccio avvicinamento giovanile alla politica; questo, se fatto con i giusti valori, potrà permettere alla generazione attuale di imparare dagli errori fatti da quelle precedenti e di garantire un’Italia migliore a quelle future.
Distinti saluti.
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