Pontili di Otranto. Amati: "la tutela ambientale viene prima della burocrazia"
“Smontare e rimontare lidi o pontili è un’attività che stressa o distrugge l’equilibrio ambientale. Il problema italiano è che nella pubblica amministrazione, Soprintendenze in questo caso, è carente la cultura scientifica e tutto si risolve in potere burocratico, cioè il potere di tenere i cittadini in ostaggio. Insomma, residui di ideologia invadente che, se diventerò Presidente della Puglia, farò di tutto per cancellare, perché la tutela ambientale viene prima della burocrazia organizzata in potere”. Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati, candidato alle elezioni Primarie del 12 gennaio 2020, commentando recenti decisioni giudiziarie e mobilitazioni di protesta sulla questione dello smontaggio nel periodo invernale delle strutture mobili e precarie per la gestione della portualità e della balneazione. “Il problema non è solo attorno ad alcune sentenze del Consiglio di Stato, che pure mi paiono abbastanza discutibili, ma il rifiuto di qualche Soprintendenza di consentire in sede di autorizzazione il mantenimento delle strutture anche nel periodo invernale. E già il fatto di registrare in Italia condotte a macchia di leopardo delle Soprintendenze - prosegue ancora Amati - la dice lunga sul fatto che si tratti di mero esercizio di potere da difendere con i denti, talora anche a dispetto della legge”. “La priorità in questa materia, invece, dovrebbe ruotare attorno alla tutela dell’equilibrio ambientale, gravemente compromesso da attività di radicale trasformazione ripetuta ogni sei mesi, sia pur per la messa in opera di strutture amovibili e precarie - aggiunge. Tranne l’ipotesi di un ritorno al passato, non esiste alcuna possibilità di tutelare davvero l’equilibrio ambientale, l’incanto delle nostre bellezze e la produttività turistica, se non saremo in grado di applicare i rimedi scientifici, che in questi casi suggeriscono il minor movimento delle strutture e - conclude - la loro maggiore manutenzione anche in periodi di inattività, al solo fine di preservare i siti su cui sono impiantate”.
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